SANITÀ

Rsa ora a rischio chiusura: "Un letto su quattro è vuoto"

L'allarme della consigliera Pd Canalis: "La giunta Cirio spende sempre meno per le convenzioni. A fronte di oltre 6mila posti vuoti ci sono 8mila persone in lista d'attesa"

Non solo la grave carenza di personale, anche il basso tasso di occupazione. Le Rsa sono allo stremo. “Se la giunta regionale vuole evitare il tracollo del sistema socio-sanitario, con la chiusura di centinaia delle Rsa più piccole e la conseguente ospedalizzazione inappropriata dei loro ospiti non può limitarsi a distaccare personale dal pubblico al privato e a erogare tardivi ristori. Occorre attivare nuove convenzioni e reperire nuovi infermieri”. A lanciare l’allarme è la consigliera regionale del Pd Monica Canalis che pone l’accento sui dati relativi alle residenze: “Al 31 maggio – sottolinea – solo il 77 per cento dei 30.123 posti letto accreditati dalla sanità piemontese risultava occupato. Ci sono cioè 6.627 posti vuoti”. Il rischio è che entro la fine dell’anno un terzo dei posti letto accreditati siano dismessi riducendo drasticamente l’offerta per i cittadini.

“Lo scorso anno la giunta Cirio ha speso solo 238 milioni per le convenzioni in Rsa, cioè per il pagamento di metà della retta sostenuta dalle famiglie. Ben meno dei 249 milioni spesi nel 2019 e nel 2018 – prosegue Canalis –. Un dato stridente se si pensa che a febbraio 2021 c’erano 8mila persone in lista d’attesa per un progetto residenziale, già dichiarate non autosufficienti dalle Asl”. “Le Rsa – conclude l’esponente dem – sono enti privati, ma essendo autorizzati dalle Asl e operando in molti casi in regime di convenzione devono essere considerate a tutti gli effetti concessionari di pubblico servizio, finanziati dal Fondo Sanitario Regionale”.

print_icon