BERLUSCONEIDE

"Metodi inaccettabili", rivolta in Forza Italia contro Zangrillo

Alessandria, contestata la decisione di giubilare l'ex sindaco Piercarlo Fabbio per affidare il partito cittadino a Buzzi Langhi. Gruppo consiliare contro il coordinatore regionale, sempre più nell'occhio del ciclone per la sua gestione autocratica

“Improvvida decisione dall’alto”. Se Paolo Zangrillo sperava di ricevere applausi o, più concretamente, che la sua decisione di giubilare il coordinatore cittadino di Alessandria, nonché ex sindaco, Piercarlo Fabbio passasse sotto silenzio, la delusione dev’essere tanta. Come le critiche che il numero uno regionale di Forza Italia sta ricevendo per quella “decisione avvenuta con modalità irrispettose e foriere di tensione”.

Il cambio, senza che vi fosse alcuna scadenza da rispettare, disposto dal vertice regionale che ha portato all’affidamento del partito alessandrino nelle mani del vicesindaco Davide Buzzi Langhi, sta provocando un terremoto tra gli azzurri e le scosse, manco un po’ di assestamento, arrivano dritte sotto la poltrona di Zangrillo. Il fratello del medico di Silvio Berlusconi, forse aveva immaginato che il suo blitz fosse pienamente riuscito, con il sigillo della sua nota in cui spiegava che “la scelta (di Buzzi Langhi, ndr) si inserisce in un’azione già avviata di rinnovamento dei quadri del partito riguardante quelle realtà territoriali che andranno al voto nel 2021 e nel primo semestre 2022”, chiosando con “il sincero ringraziamento per l’impegno profuso all’amico Piercarlo”.

Invece, il fuoco amico è arrivato con una mitragliata di accuse e durissime critiche affidate a una lunga lettera, inviata anche al Cav, ad Antonio Tajani ed altri alto dirigenti azzurri, sottoscritta da ben sei consiglieri comunali su sette, insieme a personaggi di spicco del partito di tutto l’Alessandrino. “Il gruppo consiliare non è stato consultato”, ma l’attacco al vertice regionale non si ferma a questo. “Il metodo è inaccettabile”, tanto che “rasenta la necessità di un’autosospensione da un partito che non svolge i congressi, ma è in balia di decisioni che vengono costruite col suggerimento dei pochi che poi ne avranno vantaggi personali”.

Tira aria di tempesta e molti assicurano che non sarà in un bicchier d’acqua. Già il fatto che quasi tutti i consiglieri, a partire dal capogruppo Maurizio Sciaudone abbiano sottoscritto la lettera in cui si chiede a Zangrilllo di tornare sui suoi passi, non pongono certo il vicesindaco appena nominato al vertice degli azzurri cittadini nella miglior condizione, né nel partito, né nel suo incarico in giunta.

Attorno a Fabbio si va raccogliendo la parte ampia e storica del partito mandrogno, quella classe dirigente che come scrivono nel j’accuse a Zangrillo “viene accantonata” seppur “ha concorso ha portare i livelli di consenso di Forza Italia ben oltre le medie nazionali e – si fa notare con sarcasmo – è stata ricompensata con nessuna rappresentanza in consiglio regionale, nessuna presenza in giunta”. Annunciando la nuova nomina, il coordinatore regionale aveva spiegato che la missione di Buzzi Langhi è anche quella di “consolidare il rapporto con il gruppo consiliare di Forza Italia”. Operazione perfettamente riuscita.

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