LOTTA AL COVID

I sanitari No Vax disertano l'incontro con l'Unità di crisi

Sono 22mila in tutto il Piemonte i renitenti tra medici, infermieri e amministrativi. Domani il Tar decide sui ricorsi. Rinaudo: "Tempi certi per prendere provvedimenti nei confronti di chi non si sottopone all'iniezione". Durissimo Di Perri: "Chiedono diritto di infettare?"

I medici contrari al vaccino disertano il confronto organizzato dall’Ordine di Torino e dal Dirmei. Un faccia a faccia che non c’è stato, con una sala praticamente vuota. Sul palco c’erano il commissario dell’Unità di crisi Antonio Rinaudo, il direttore della Scuola di specializzazione in Malattie infettive dell’Università, Giovanni Di Perri, il presidente dell’Ordine Guido Giustetto. Tra gli invitati anche i 600 operatori sanitari che hanno fatto ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale. Nessuno di loro si è presentato. C’era l’avvocato penalista Gianfranco Ferreri, che afferma di assistere un numero crescente di professionisti che non si sono vaccinati. “Mi pare evidente che ci saranno dei ricorsi” dice. In remoto 15 operatori collegati, ma solo due hanno preso la parola per pochi minuti. Unico medico presente non vaccinato, “perché soffro di asma” si è confrontato. “Gli assenti hanno sempre torto – commenta Rinaudo – spiace che per vari motivi, chi non si è vaccinato abbia sprecato questa occasione di confronto. Che il vaccino sia efficace lo dimostrano i numeri. Chi esercita la professione non può esimersi dal vaccinarsi”. L’amarezza verso chi si ostina a rifiutare il vaccino e contestualmente rifiuta ogni confronto è alta: “Mi aspettavo una sala piena, visto il numero di quelli non ancora vaccinati” dice Giustetto.

Sono 22.055 gli operatori sanitari in Piemonte che non sono ancora stati vaccinati contro il Covid su un totale di 173.406 (il 12,7%). In termini assoluti il numero più alto di coloro che si sono sottratti finora al vaccino è nell’Asl Città di Torino (3.462) davanti a alla To3 (2.806) e alla To4 (2.080). A Biella il tasso più alto rispetto al totale con il 14,6% (854 su 5.860) di non vaccinati. “Molti di questi sanitari – ha spiegato il presidente Giustetto – ci vengono segnalati perché contestano il vaccino soprattutto sui social, ma quando vengono interpellati da noi negano le esternazioni. Da parte loro purtroppo manca la volontà di un confronto”. Gli oltre 600 operatori sanitari piemontesi che avevano presentato ricorso al Tar contro l’obbligo del vaccino, intanto, hanno rinunciato alla sospensiva delle sanzioni. Già domani dunque il tribunale amministrativo deciderà nel merito sui ricorsi.

Intanto, però, è da un mese che dalle Asl sono partite le lettere indirizzate a tutti gli operatori sanitari non ancora vaccinati per chiedere il motivo della loro decisione ed eventualmente, poi, procedere con i provvedimenti. Ma finora le autorità hanno preferito il dialogo al pugno di ferro. Dei 22mila sanitari ancora non vaccinati, 2mila sono no-vax dichiarati, “alcuni di questi sono stati trasferiti ad altre mansioni, altri sono ancora in attesa che la Regione prenda i provvedimenti che il Governo ha messo nero su bianco già nell’aprile scorso la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio del Covid” attacca il capogruppo di Luv Marco Grimaldi.

A questo punto l’unica alternativa all’iniezione diventa la segnalazione all’Ordine, per i provvedimenti del caso, e al datore di lavoro che potrà demansionare chi si ostina a rifiutare il vaccino oppure sospenderlo finché l’emergenza non sarà terminata. Perentorio Rinaudo: “Nella riunione del Dirmei di domani chiederò tempi certi, secondo quanto prevede la legge, per concludere queste pratiche e prendere i necessari provvedimenti”.

Durissimo l’infettivologo Di Perri: “Cosa stanno chiedendo? Il diritto di infettare?” è la domanda che pone provocatoriamente all’incontro. “Fanno molto rumore, ma cosa intendono negare? – chiede ancora Di Perri – Il vaccino come strumento difensivo? Alcune cose per essere aperte devono essere soggette a un vincolo. Io non vado al ristorante se il ristoratore fa entrare anche soggetti non vaccinati”. Per quanto riguarda l’aumento di contagi e una possibile quarta ondata del virus Di Perri ha sottolineato che “i tamponi sono ciclici quindi i valori di giovedì comunicati venerdì saranno quelli più attendibili, certo c’è un aumento della diffusione del virus, c’è una variante più contagiosa però si infettano soprattutto i non vaccinati, i vaccinati esposti, infatti, si infettano molto meno, pochissimi si ammalano. Questo ci dice che c’è una parte della popolazione che è protetta non da chissà cosa ma dal vaccino”. “Se questa è una quarta ondata numerica, decapitata della sua pressione ospedaliera, è il risultato che ci prefiggevamo di raggiungere – ha concluso – nessuno aveva la pretesa di eradicare questa infezione, lo si è capito fin da subito che non è eradicabile”.

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