BANCHI DI NEBBIA

Senza Green Pass torna la Dad

A sorpresa, il comitato che per mesi ha protestato contro la didattica a distanza si schiera con i sindacati sull'obbligo del passaporto vaccinale per gli insegnanti. Ma la preside Patriarca avverte: "È fondamentale, non possiamo più permetterci di tenere a casa gli studenti"

“Il Green Pass per il personale scolastico è fondamentale. Non possiamo più permetterci di chiudere le scuole, di tenere i ragazzi a casa. Siamo nelle condizioni di poter evitare questo se tutti gli operatori sono protetti”. 

Parrebbe un’ovvietà quella che Lorenza Patriarca, dirigente scolastica del Tommaseo, il plesso scolastico più grande di Torino, afferma con decisione. Ma non lo è, purtroppo. Contro l’obbligo del certificato di avvenuta vaccinazione (o del tampone negativo valido 48 ore) si sono schierati i sindacati, con una posizione coincidente con quella delle due maggiori forze di centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia. Non solo. 

Inaspettatamente si scopre che per Priorità alla Scuola, il certificato per il personale non è una priorità. All’interno del movimento che catalizzò per mesi la protesta contro la didattica a distanza, chiedendo ossessivamente il ritorno in classe anche quando la situazione era a dire poco critica, le posizioni sul provvedimento che garantirebbe quella sicurezza tanto richiesta non sono affatto univoche, aprendo anzi un ampio varco alla critica verso l’obbligo di Green Pass per gli operatori docenti e non docenti.

“Il Green Pass non è la soluzione”, sostiene Carola Messina, portavoce del movimento sceso più volte in piazza e del quale fanno parte non solo gli studenti e le loro famiglie, ma anche insegnanti. “L’obiettivo mancato era quello di trovare altre soluzioni che noi chiediamo da un anno e mezzo. Garantire l’organico aggiuntivo di cui non si sa ancora nulla, sui trasporti, sui test salivari, non è stato fatto nulla di strutturale”. Anche chi ha chiesto, per mesi di garantire la sicurezza nelle scuole, imbocca la strada del sindacato, ribadito con toni forti e una coincidenza perfetta con la posizione di Giorgia Meloni, dal leader della Cgil Maurizio Landini. “Si sarebbe dovuto avere più coraggio. O si stabilisce che il vaccino è obbligatorio per gli insegnati come lo è per i sanitari, oppure sono d’accordo con i sindacati che dicono che non si può far ricadere questa responsabilità solo sul personale scolastico. E di responsabilità, ma allargandone il senso e alzandone il valore, parla anche la preside Patriarca: “Un insegnante dev’essere un modello rispetto alla coscienza civica e alla solidarietà. Questa è una misura che deve proteggere la salute propria e quella degli altri. Al di là della sicurezza c’è un tema etico, che non può sfuggire a chi è chiamato ad insegnare”.

Eppure la parte di personale scolastico che ancora non si è vaccinato e pare intenzionato a non farlo è ancora ragguardevole. Secondo i dati della struttura commissariale in capo al generale Francesco Paolo Figliuolo, aggiornati al 7 agosto il totale nei non vaccinati in tutto il Paese è pari a 217.870 che corrisponde al 14,87% sul totale dei dipendenti. Il Piemonte conta ancora 26.102 operatori che non hanno ricevuto neppure la prima dose o la dose unica a fronte di un totale di 120mila, pari al 21,75%. Dati che appaiono più critici rispetto alle percentuali nazionale fornite dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che individua il livello di vaccinati nel Paese attorno al 90%, ma anche ai dati indicati nei giorni scorsi dalla Regione. Anche per questo dal generale Figliuolo è arrivata la richiesta alle Regioni di un quadro completo e aggiornato entro il 20 agosto.

Vaccinazioni, quelle degli insegnanti, che proprio il movimento Priorità alla Scuola aveva chiesto fossero le prime ad essere effettuate. Ma adesso dinanzi all’obbligo del Green Pass e alle sanzioni previste – blocco dello stipendio dal sesto giorno di mancato lavoro per assenza del certificato e multe fino a 3mila euro per i presidi in caso di mancato controllo – il fronte compatto per un anno e mezzo nel protestare contro la Dad e nel chiedere sicurezza nelle scuole, assume una linea a dir poco morbida nei confronti di chi vuole insegnare senza vaccinarsi. “Non siamo contro il Green Pass, siamo contro al fatto che l’unico provvedimento assunto dal Governo è l’introduzione di quest’obbligo – spiega Messina – che fa ricadere la responsabilità di una scuola aperta solo sui lavoratori della scuola stessa. Per il resto non è stato fatto nulla”. Di fronte ai No Green Pass (che spesso coincidono con i No Vax) e alla levata di scudi dei sindacati, l’impressione è che anche le priorità cambino.

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