VERSO IL VOTO

Damilano esagera, Lo Russo vola basso. E così il duello è tutto un programma

I due candidati a sindaco di destra e sinistra presentano i loro piani per Torino. Dal tunnel di corso Moncalieri al piano casa da oltre un miliardo e mezzo. L'imprenditore sbraca, ma il suo avversario eccede all'opposto - DOCUMENTI

foto di Matteo Arrota

Paolo Damilano ha il sogno di cambiare Torino e a ben guardare il suo programma assomiglia da vicino a un libro dei sogni, almeno stando ai progetti incollati qua e là in un patchwork fin troppo raffazzonato e connotato da refusi ed errori. Dall’altra parte lo sfidante Stefano Lo Russo scrive un piano terra terra, all’insegna del pragmatismo, nessun volo pindarico, nessuno sforzo d’immaginazione

Nelle sue 37 pagine Damilano spazia tra approfondite analisi della città (leggi il suo declino demografico) alla reclame delle pentole: “Volete prendere cinque piccioni con una fava? Volete decongestionare il traffico, renderlo più veloce, ridurre l’inquinamento, rigenerare spazi urbani e creare lavoro?” è l’incipit alla presentazione del tunnel urbano su cui punta Damilano: “Fatelo (chi? ndr) partire nel territorio del Comune di Moncalieri e fatelo correre per quasi 20 km sino all’interconnessione con la SR11”. Non c’è una quantificazione del costo ma una promessa: “I project bond renderanno realizzabili le ambizioni del programma”. E a proposito di ambizioni, o sogni, ecco anche il “piano casa quinquennale” per investimenti “pari a 1,6 miliardi di euro” circa il 64 per cento dell’attuale debito della città, una cifra monstre che persino a Damilano, cui certo i quattrini non mancano, dovrebbe far rizzare i peli sulle braccia. “Con questo importo l’economia attiverebbe fatturati per 5,6 miliardi e 25mila posti di lavoro (in tutti i settori, non solo nell’edilizia) annuali per 5 anni”. E la città andrebbe in bancarotta.

Leggi qui il programma di Damilano

Un programma talmente proiettato nel futuro che viaggia nel tempo e nello spazio quando Damilano afferma che “trascorriamo negli spostamenti 1h 16m2al giorno”. Minuti e metri quadrati si fondono nella nuova dimensione spazio-temporale dell’imprenditore che da una parte tende a proseguire sulla strada dell’amministrazione cinquestelle (per esempio su monopattini e-bike), dall’altra chiude definitivamente alla nuova Ztl e immagina un ripensamento riguardo le strisce blu “perché il loro compito di razionamento dei parcheggi scarsi prevalga su quello meramente di incasso monetario” (anche qui i mancati incassi monetari li pagheremo coi project bond?). Inoltre “la città erogherà un incentivo fiscale temporaneo a tutti gli imprenditori che sostituiranno un veicolo commerciale a combustione interna con un veicolo a zero emissioni”.

Insomma, grandi opere e piani ambiziosi (fin troppo) per rilanciare l’economia ma anche mobilità sostenibile in una città che deve tornare ad attrarre imprese e persone. E infatti è anche sul turismo che si concentra il programma del candidato del centrodestra con cinque progetti specifici che vanno dal cinema all’enogastronomia, dai concerti a un nuovo Salone dell’auto fino a un piano di digitalizzazione, settore per il quale Damilano immagina un assessorato ad hoc.

Leggi qui il programma di Lo Russo

Dal centrodestra al centrosinistra dove il programma di Stefano Lo Russo appare certamente più curato (e realizzabile) ma mentre il suo sfidante punta sui grandi progetti, nel centrosinistra si viaggia all’insegna del profilo basso. La casa del quartiere, la rigenerazione urbana, la vicinanza alle persone, la prossimità, il commercio di vicinato. Non c’è un grande progetto che contraddistingua la proposta del centrosinistra e del suo candidato sindaco che immagina una Torino “grande, forte e unita”. Anche Lo Russo parla di investimenti nell’edilizia sociale e strizza l’occhio ai possessori di animali domestici quando promette una maggiore cura delle aree dedicate agli amici a quattro zampe. E dopo tanti sfottò ai Cinquestelle e a Chiara Appendino per la mole di piste ciclabili realizzate in città ora Lo Russo promette addirittura di raddoppiarle. Insomma, se Damilano scrive il libro dei sogni con Lo Russo l’incubo della noia diventa realtà.

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