VERSO IL VOTO

Il conflitto di interessi è alla fonte, grana concessioni per Damilano

Dopo i Radicali anche Grimaldi solleva il caso del candidato di centrodestra: "Se diventerà sindaco sarà lui stesso ad affidare le autorizzazioni all'azienda di famiglia". E poi ci sono Film Commission e le Atp Finals. Una battaglia conveniente per il centrosinistra?

Dalle acque minerali alle Atp Finals, passando per Film Commission di cui è ancora presidente, dopo essere stato confermato l'ultima volta dalla giunta regionale di centrosinistra. Per Paolo Damilano scoppia la grana dei conflitti di interessi in un intreccio sempre più evidente tra sfera pubblica e affari privati. I primi a battere sul tema sono stati i Radicali quando il centrosinistra non aveva ancora neanche scelto il proprio candidato, a rincarare la dose ci ha pensato questa mattina il capogruppo di Luv Marco Grimaldi durante un intervento in Consiglio regionale. E questo rischia di trasformarsi nel vero nervo scoperto dell’imprenditore aspirante sindaco di Torino per il centrodestra. Una battaglia che, al di là del merito, per il centrosinistra potrebbe rivelarsi non così conveniente, almeno secondo la lezione del passato, Berlusconi docet.

Lo sfruttamento delle fonti, in particolare, è il tema più caldo: la famiglia Damilano infatti controlla la Pontevecchio Srl, società titolare di concessioni pubbliche per commercializzare l’acqua minerale. Tra i suoi sette marchi il più noto è Valmora che a sua volta è tra i principali sponsor delle Nitto Atp Finals di tennis e Paolo Damilano fa parte della Commissione di gestione dell’evento.  

“Il problema dei conflitti è alla fonte” gioca con le parole Grimaldi. Ed ecco perché: a rilasciare le concessioni è la Città metropolitana di cui Damilano diventerebbe sindaco qualora vincesse le elezioni tra un mese. Il rilascio della concessione presume un permesso di ricerca che ha durata di tre più due anni mentre la concessione in sé dura per vent’anni. La stessa Città metropolitana è l’ente che riscuote una parte degli introiti di tali concessioni (sulla base dell’estensione dell’area di tali introiti), un’altra parte (calcolata in base ai litri d’acqua imbottigliati) finisce nelle casse della Regione. Quindi se Damilano dovesse essere eletto sindaco di Torino sarà a capo anche della Città metropolitana che fornisce permessi e concessioni alla Pontevecchio Srl, l’azienda della famiglia Damilano.

Dopo essere stato amministratore delegato, Paolo Damilano è rimasto nel cda della Pontevecchio, mentre il fratello Mario ha preso la gestione totale. La società gestisce circa 500 ettari di superfici concesse per sfruttamento e imbottigliamento. Le concessioni attive in Piemonte sono 46; 26 quelle effettivamente utilizzate, quattro fanno riferimento a Fonti di Vinadio, quattro a San Bernardo e sei a Pontevecchio. “Si tratta, per la Pontevecchio, di un businnes assai redditizio da oltre 50 milioni di fatturato e 4 milioni di utili a fronte di concessioni dal prezzo irrisorio” aveva sottolineato a suo tempo il radicale Igor Boni.

Grimaldi parla di un centrodestra “silente come sempre quando si tratta di fare gli interessi di qualche privato potente ai danni della collettività” dopo che l’assessore Matteo Marnati, rispondendo al suo question time sull’argomento, aveva spiegato che la giunta non aveva intenzione di modificare i canoni di concessione per evitare di mettere le mani in tasca agli imprenditori anche in questo momento di crisi.

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