OCCUPAZIONE & LAVORO

Embraco, ora basta illusioni

Al Consiglio regionale aperto il ministero spiega perché il piano Italcomp è da tempo accantonato. Due le strade possibili: "Reindustrializzazione del sito e ricollocazione dei lavoratori". E l'assessore Chiorino chiede l'ennesimo "tavolo"

Il ministero è stato chiarissimo: “Il progetto Italcomp non è fattibile perché non è stato trovato un soggetto privato che potesse investire, non è stato trovato un sito, non è stato possibile l'accesso al fondo estero che era a disposizione del fallimento”. Così quella che alcuni politici e sindacati indicavano ancora come la via maestra per uscire dalla crisi dell’ex Embraco si rivela una chimera. Non è quella la via maestra per restituire un lavoro ai quasi quattrocento addetti in cassa integrazione da quattro anni e per i quali presto anche gli ammortizzatori sociali cesseranno.

A spiegare la posizione del governo al Consiglio regionale aperto sull’Embraco è stato il coordinatore della struttura di crisi d’impresa del Mise Luca Annibaletti che nel suo intervento ha voluto allontanare tutte le accuse di inerzia mosse contro le istituzioni, su un problema che ormai si trascina dal 2017: “Il ministero fornirà tutto il supporto alle istituzioni locali, che non sono state assolutamente abbandonate”. E ha ribadito la volontà di ridefinire un “programma di politiche attive del lavoro” e “un piano di reindustrializzazione che possa consentire la salvaguardia occupazionale del personale”. Tradotto, quello che lo Spiffero afferma ormai da qualche mese e cioè che il tempo della speculazione politica sulle spalle dei lavoratori è finito e avere rispetto nei loro confronti significa innanzitutto dire la verità. La verità è che non c’è un piano per far ripartire l'attività che si è svolta fino al 2016 nel sito di Riva presso Chieri e ciò che può fare la Regione è avviare subito un percorso di formazione per consentire ai 391 lavoratori di poter essere riassorbiti nel mondo del lavoro. Per questo Annibaletti ha anche precisato che la proroga della cassa integrazione non è “un modo per rinviare il problema a Natale” ma serve a “trovare soluzioni nei mesi che ci mancano”. Due mesi in cui difficilmente qualcuno busserà alla porta per rilanciare l’ex Embraco.

Le parole pronunciate in video collegamento dal rappresentante del ministero di Giancarlo Giorgetti vengono bollate come “imbarazzanti” dall’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, non a caso esponente dell’unico partito all’opposizione del governo Draghi, Fratelli d’Italia. “Solo politiche attive del lavoro? Non è quello che mi aspetto dal governo, non è degno di questa nazione. Ci deve essere la convocazione di un tavolo interministeriale coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri,  un progetto di visione industriale per rispetto della dignità delle persone. Le Regioni non possono fare da sole”.

La seduta è stata aperta con l’intervento del governatore Alberto Cirio: “È una vicenda vergognosa. Abbiamo ottenuto l’estensione degli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre, ma per allora deve esserci onestà intellettuale sulla certezza di una soluzione, perché di pacche sulle spalle i lavoratori e le loro famiglie ne hanno già ricevute fin troppe. Ora il rischio è quello di un altro pacco sotto l’albero di Natale, questa volta vuoto però”. “Dobbiamo pulire la macchia del Piemonte su questa vicenda – ha detto Cirio – in una regione che invece ha tanti imprenditori illuminati e di grande responsabilità sociale. Qui invece c’è stata solo irresponsabilità totale e noi dobbiamo fare in modo che casi del genere non accadano mai più. Per questo, anche in vista dei fondi europei del Pnrr, deve essere chiaro che chi viene in Italia e in Piemonte, e prende risorse pubbliche, deve restarci. Altrimenti le restituisce. E questo va scritto in legge”.

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