Pnrr, una svolta (tardiva)

“Gli ambiti che riteniamo essenziali per la ripresa economica del Piemonte, nonché coerenti con le trasformazioni economiche e sociali in atto e rispetto ai quali siamo in grado di esprimere strategie e progettualità di assoluta eccellenza vanno in continuità con la vocazione innovativa e industriale della Regione e di Torino. Tali priorità strategiche sono il risultato di un confronto serrato e approfondito con le realtà economiche, sociali e scientifiche della Regione, favorito anche dal contesto di preparazione della programmazione europea 2021-2027 e, inevitabilmente, dalla volontà di contribuire con efficacia all’implementazione del PNRR. Automotive, aerospazio, idrogeno e intelligenza artificiale sono i quattro pilastri su cui vogliamo costruire il futuro economico del Piemonte, consapevoli che su di essi si articolerà gran parte della rivoluzione sostenibile della mobilità dei prossimi decenni. Le proposte nascono con la motivazione di consolidare e rendere sempre più attiva ed efficace la collaborazione fra Grande impresa, Accademia, PMI e Start up, Enti Amministrativi del territorio piemontese con lo scopo di promuovere lo sviluppo delle filiere di innovazione dei diversi settori e di dare risposta alle esigenze di competitività del mercato, sempre più sollecitate dalle attuali sfide tecnologiche e con l’obiettivo di attrarre nuovi players.”

Estratto della lettera di accompagnamento ai progetti legati al PNRR, inviata dal Presidente della Regione Piemonte e dal Sindaco di Torino al Presidente del Consiglio Draghi.E adesso come lo spiegherà la Regione Piemonte ai tanti Comuni, in particolare di centrodestra, a cui hanno chiesto quasi di corsa di fare l’elenco della spesa da mandare al Governo come Progetti relativi alle 6 mission del PNRR, in cui c’era dalle rotonde (non sul mare) ai campi di calcio e via sbizzarrendosi.

Abbiamo, assistito a tanta demagogia, populismo e propaganda e poi se i quattro pilastri fossero stati spiegati subito avrebbe costituito una forza sinergica capace di costruire un’alleanza e una strategia per rilanciare il territorio. Invece abbiamo perso la Gigafactory e ora la si ripropone nei quattro pilastri con un ulteriore elemento di debolezza perché si indica Mirafiori come sito di eccellenza per ospitarla, con buona pace della Presidente di Confindustria Canavese, ma si dice anche che ci sono altri siti disponibili. Traccheggiare e tentennare portano al fallimento dei progetti. Infatti lo stesso vale per l’Intelligenza Artificiale che probabilmente sarà spacchettata e a Torino ne toccherà solo una parte.

Se la Sindaca lo avesse detto cinque anni fa (già ma come faceva?) che l’automotive era strategica anziché snobbare Fca e costruire assurde piste ciclabili in contrapposizione anziché in sinergia con il trasporto urbano pubblico e l’auto privata, oggi avrebbe sicuramente più consenso.

Mi auguro che via Fanti non ripeta lo stesso errore di cinque anni fa scegliendo il nuovo che avanza senza considerare cosa ci sta dietro. Allora dietro la facciata similborghese della Sindaca c’erano i No Tav e Centri Sociali anziché l’imprenditoria nostrana e oggi dietro la similitudine di Damilano ci sono le “incompetenze” che il centrodestra dimostra in Regione nel campo sanitario e in materia di lavoro solo per citarne due, anzi tre.

I documenti inviati alla cabina di regia governativa sul PNRR smentiscono ciò che abbiamo sentito dire in questi anni dai massimi esponenti istituzionali rivalutando l’auto, Stellantis, CNHI con Iveco per gli investimenti sulle fonti alternative come l’idrogeno.

Sicuramente e per fortuna è troppo tardi per la Sindaca essere coerenti con i documenti inviati a Palazzo Chigi e il responso delle urne cittadine confermerà la bocciatura e questo “Vale”.

D’altra parte CNHI ha sempre detto che soprattutto per il trasporto su ruote e per i veicoli off road bisogna muoversi su tutti i campi come il misto endotermico-elettrico, l’idrogeno, il tradizionale e dare a ognuno un giusto peso e ruolo. D’altra parte Anfia dice che: “Nell’automotive solo per il mercato italiano, nel 2020, le auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 29,4% del suo complesso (+35% sul 2019); il comparto risulta composto da: 16,1% di auto ibride tradizionali, il 9,1% di auto a GPL/metano e solo il 4,4% da ECV (di cui 2,4% BEV e 2% PHEV; nel 2019 la quota era dello 0,9%). A queste ultime, l’ecobonus ha dato una spinta notevole, visto che i volumi arrivano a quasi 60.000 unità (ECV), numeri significativi, anche se ancora lontani dai livelli di Paesi europei come la Germania, che nei nove mesi ha immatricolato oltre 200.000 ECV, Francia (oltre 110.000), UK (109.000).

Nella classifica dei primi 10 mercati ad alimentazione alternativa in UE/EFTA/UK, l’Italia (406.866 nuove immatricolazioni, +35% sul 2019) occupa la seconda posizione dopo il mercato tedesco. Inoltre, l’Italia mantiene la leadership di mercato in UE-EFTA-UK nel segmento delle vetture a gas, con il 60% delle vendite europee (-8 punti percentuali rispetto al 2019) e 125.079 auto immatricolate (-28,2%), mentre è al 2° posto nel mercato europeo dell’auto ibrida tradizionale, con 221.893 nuove registrazioni, una quota del 13,5% e una crescita tendenziale del 102% nel 2020.

Nel dettaglio, l’Italia ha immatricolato nel 2020, 59.864 auto ricaricabili (erano 17.170 nel 2019). Per i privati, da settembre a dicembre 2019, sono state vendute mediamente 389 autovetture BEV+PHEV al mese, salite ad una media mensile di 1.668 da gennaio a dicembre 2020. Per le società, da settembre a dicembre 2019, sono state vendute mediamente 1.472 autovetture BEV+PHEV al mese, salite ad una media mensile di 3.323 da gennaio a dicembre 2020.”

La strada del PNRR e i suoi finanziamenti è quindi ben tracciata sia da Regione che dal Comune, monocolore grillino, con auto e veicoli industriali orientati alle fonti alternative ma niente biciclette e monopattini. Vorrà pur dire qualcosa….

Mentre scrivo (martedì pomeriggio) mi giunge notizia che, altro nodo che viene al pettine, la maggioranza di centrodestra in regione si spacca durante il Consiglio aperto sulla ex Embraco. Non c’è da stupirsi perché si abbinano le “incompetenze” di certi Assessorati con l’uso strumentale e politico che sempre gli stessi hanno fatto della vicenda Embraco credendo a progetti farlocchi di cui il Mise, Ministro un leghista, ha sempre espresso giudizi negativi e pensando solo a sfruttare la vicenda politicamente.

Tutto ciò significa che per governare ci vogliono le competenze, quelle vere, e capire anche che quando si governa un territorio bisogna essere capaci di una visione che vada oltre la punta del naso e che non basta occupare le poltrone e scaldarle.

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