VERSO IL VOTO

Sganga: "M5s mai con la destra"

La candidata sindaca grillina replica ad Appendino: "A Torino l'ala più progressista del Movimento. Punto al ballottaggio ma non potremo di certo aiutare chi vuole affossare il ddl Zan e le nostre battaglie per i diritti". Il grande gelo tra le due donne pentastellate

Fianco a fianco più per necessità che per convinzione. Unite e sorridenti in piazza si dividono lontane dai flash. Chiara Appendino e Valentina Sganga continuano a correre vicine, ma lungo binari paralleli, che non s’incontrano mai. La sindaca uscente fa campagna elencando quanto di buono fatto nel suo mandato, l’aspirante prima cittadina prova a delineare la sua Torino per i prossimi cinque anni. E mentre Chiara non perde occasione per puntare il dito contro il Pd e il candidato sindaco Stefano Lo Russo, che mai voterà in caso di ballottaggio, Valentina esce allo scoperto e allo Spiffero dichiara: “Io posso solo dire mai con la destra, soprattutto con questa destra”.

Sganga, ma allora è vero che lei è pronta a fare un accordo con il centrosinistra al secondo turno?
“Partiamo dal fatto che ci sono temi quali l’ambiente, i giovani, i diritti su cui tanto si è fatto in questi anni e che la nostra coalizione intende portare avanti. Quindi io mi batterò fino alla fine per raggiungere il ballottaggio e per sostenerli di fronte agli elettori”.

A oggi però sembra improbabile un suo approdo al ballottaggio.
“Il 4 ottobre tireremo le somme”.

E se rimarrete, come molto probabile, fuori?
“Io non posso accettare che la destra vinca a Torino. Sui diritti dobbiamo rivendicare la pionieristica scelta della nostra amministrazione di riconoscere i bambini delle coppie omogenitoriali, ma allo stesso tempo non si può non tenere conto che il Pd sostiene il ddl Zan mentre Paolo Damilano si è alleato con il Popolo della Famiglia. Chi può garantire maggiore continuità con le nostre battaglie?”.

Domanda retorica, sembra tanto un endorsement.
“Ma figuriamoci. Io faccio la mia campagna elettorale, ogni giorno parlo con decine di persone e sostengo ciò che abbiamo fatto e ciò che vorremmo fare. E poi diciamo anche che se Lo Russo avesse voluto i nostri voti certi documenti avrebbe potuto evitare di firmarli”.

Intende quello imposto dai Moderati di Mimmo Portas?
“Stanno facendo di tutto per allontanarsi da noi e dal nostro elettorato. L’ultima trovata dei Moderati con la firma del patto anti-M5s non mi è sembrata strategicamente una genialata”.

Insomma, voi dovreste sostenere chi quasi vi tratta come appestati?
“Adesso non esageriamo. Io non posso prenderla sul personale. Faccio un ragionamento politico e dico che a Torino i nostri elettori e militanti sono persone di sinistra, che per anni hanno votato quel campo e si riconoscono ancora in alcuni di quei valori. Il nostro gruppo, a Torino, rappresenta l’ala più progressista del Movimento 5 stelle”.

Con Giuseppe Conte ha parlato di questo?
“Non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci da soli, spero che possa avvenire il 27 settembre, nella sua prossima visita a Torino”.

Il vostro leader politico potrebbe rinunciare a dare indicazioni di voto come auspica Appendino o addirittura strizzare l’occhio a quel centrodestra che al ballottaggio di cinque anni fa dirottò i propri voti sull’attuale sindaca?
“Non lo so. Quello che so è che c’è un percorso politico comune a livello nazionale che sta coinvolgendo Pd, M5s e Leu, i tre principali attori del secondo governo Conte e il voto di una città come Torino non può non avere una valenza nazionale oltreché locale”.

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