LOTTA AL COVID

Vaccini triplicati per avere il pass

Dopo la stretta del Governo tutti in coda per la puntura. Pur di assaggiare una fetta di toma ieri al Cheese in 200 hanno cambiato idea. Così il Piemonte raggiunge le 7mila adesioni giornaliere. E oggi è partita la somministrazione della terza dose per i soggetti fragili

È boom di vaccinazioni in Piemonte. “Dopo l’introduzione del Green pass obbligatorio per lavorare abbiamo avuto un incremento esponenziale delle adesioni: parliamo di 6-7mila adesioni complessive giornaliere alla campagna vaccinale, che sono quasi triplicate. Di queste, circa 3-4 mila sono registrazioni sul portale ilPiemontetivaccina.it, e le altre 2-3 mila sono accessi diretti in più ai centri di vaccinazione”, rivela il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a margine della visita di questo pomeriggio al centro vaccinale dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, dove è partita la somministrazione della terza dose ai soggetti fragili. La somministrazione della terza dose è partita questa mattina in tutti i principali ospedali del Piemonte, operazione che la Regione conta di svolgere in tempi molto stretti: 15-20 giorni al massimo. “Nel caso di persone che non possono ottenere il Green pass non per una loro responsabilità – ha sottolineato il governatore – noi facciamo il tampone gratuitamente, come per chi non può vaccinarsi per motivi di salute o per chi avendo contratto il Covid è in attesa dell’estensione del Green pass a 12 mesi. Facciamo il tampone gratuito in tutti i casi in cui le persone sarebbero vittime di un sistema che non funziona”.

“La nostra organizzazione della campagna vaccinale – ha aggiunto Cirio – è stata di grande efficacia. Ora ci concentriamo sulla terza dose agli immunodepressi, che passa attraverso la segnalazione dei centri specializzati, perché le persone che sono già in cura per malattie croniche sono segnalate alle autorità sanitarie della Regione. Poi procederemo sempre con la filosofia di portare il vaccino alle persone e non le persone al vaccino. Per esempio, ieri al Cheese di Bra dove abbiamo una postazione mobile ne abbiamo fatti più di 200: è la testimonianza di come se lavoriamo in questa direzione riusciamo a ottenere risultati importanti”. Oggi su 4 milioni di persone che hanno diritto al vaccino in Piemonte più di 3 milioni e 300 mila hanno aderito: sono in corso le seconde vaccinazioni per tutti. Quello che preoccupa è che di questa quota mancante, 160 mila sono persone che hanno più di 60 anni. “Grazie a tutto questo dai primi di settembre abbiamo avuto 80mila adesioni in più: questo è l’unico modo per non chiudere più”.

Sulla questione del passaporto vaccinale, Cirio ha una posizione chiara: “Se si potesse fare a meno del Green Pass sarebbe meglio, perché sicuramente è una regolamentazione della vita di ciascuno che un tempo non c’era. Però va visto come strumento di libertà: serve per non chiudere più, per permettere ai nostri figli di andare a scuola e a noi di vivere la nostra vita e la socialità, e serve alle attività commerciali per poter guardare al futuro senza stop and go, che è stato ciò che ha messo in crisi il tessuto economico”. Interpellato sull'obbligo vaccinale, Cirio ha ricordato che “è un tema che atterrà Parlamento, al quale spetterà decidere. Noi – ha rimarcato – abbiamo sempre detto che è meglio convincere che costringere. È una posizione però anche finalizzata a dire quanto crediamo nel vaccino, e quando qualcuno ha dei dubbi rispondiamo con i dati delle terapie intensive del Piemonte come del resto d’Italia, dove l’80-90% dei ricoverati non sono vaccinati: questi sono i numeri giusti che dicono che il vaccino funziona”.

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