POLITICA & FINANZA

Generali, Quaglia alle grandi manovre

Il presidente della Fondazione Crt si ritaglia il ruolo di mediatore. Pur avendo aderito al fronte dei pattisti capitanato da Del Vecchio e Caltagirone, da buon democristiano lancia appelli alla pacificazione: “Bisogna sempre provare a ricomporre”

“Si avvia un percorso che finirà ad aprile del prossimo anno e noi vogliamo partecipare al progetto di sviluppo di Generali per creare più valore di quello già notevolissimo che è stato creato fino ad adesso”. È più che mai della partita il presidente di Fondazione Crt, Giovanni Quaglia, interpellato sull’ingresso della fondazione torinese nel patto di consultazione tra soci del Leone, composto da Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio. A chi gli chiedeva se, in vista dei prossimi appuntamenti societari, è possibile ricomporre la frattura sulla governance all’interno della compagnia assicurativa, Quaglia si è limitato a osservare: “Perché no? Bisogna sempre provarci”. Quanto, infine, all’operato del ceo Philippe Donnet, il numero uno di via XX Settembre, azionista di Generali per una quota di poco superiore all’1%, ha solo aggiunto: “Non do giudizi”.

È un ruolo da mediatore quello che sta cercando di ritagliarsi Quaglia in questo complesso risiko in cui sono impegnati i big della finanza italiana. In fondo sa che se dovesse passare la linea dei pattisti il suo peso politico potrebbe aumentare e secondo i bane informati potrebbe esserci anche in serbo un ruolo di primo piano per il segretario generale della Fondazione Crt, Massimo Lapucci che oggi siede nel cda della Banca Generali e per il quale potrebbero aprirsi le porte del board nella capogruppo, sostituendo Sabrina Pucci, attualmente espressione di via XX Settembre.

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