POLITICA & GIUSTIZIA

Accesso indebito ai dati degli elettori,
indagato candidato di Fratelli d'Italia

Nei guai l'ex consigliere comunale Liardo, oggi in corsa sotto le insegne del partito di Meloni. L'accusa è di concorso in peculato. Ma lui non si arrende: "Sono una persona perbene, i torinesi lo sanno"

Lo hanno aspettato negli uffici dell’Anagrafe centrale di Torino e lì, davanti all’ingresso di via Giulio, gli hanno notificato l’avviso di garanzia, su mandato dei pm Francesco Pelosi e Paolo Toso, con l’accusa di concorso in peculato. È nei guai l’ex consigliere comunale Enzo Liardo, di nuovo in corsa per un seggio in Sala Rossa sotto le insegne di Fratelli d’Italia. È stato un blitz inatteso quello dei militari della Guardia di finanza, l’imboscata di qualche avversario politico secondo il diretto interessato, che si è ritrovato le fiamme gialle a spulciare i dati del suo smartphone e del pc.

Secondo le prime ricostruzioni Liardo sarebbe entrato in possesso attraverso canali informali di un cd con l’elenco dei cittadini-elettori e relative residenze grazie ai buoni uffici di un dipendente comunale che ora risulta indagato in concorso. Documentazione a disposizione di ogni candidato, ma ottenibile pagando una somma, e che invece lui avrebbe ottenuto sottobanco. Non solo: ci sarebbero anche delle pratiche per la duplicazione dei certificati elettorali emesse su commissione senza seguire la procedura standard: forse un modo per evitare lunghe trafile ai suoi elettori? Chissà. I suoi sostenitori derubricano l’accaduto come pratiche largamente diffuse ancorché non convenzionali. 

Liardo, che è assistito dall’avvocato Silvana Fantini, la butta in politica: “Tutta questa vicenda è a dir poco paradossale: mi chiedo se attaccarmi con queste accuse incredibili a due settimane dal voto non rientri tra i tanti diversi tentativi di ostacolare l’ascesa di Fratelli d’Italia come unica forza di opposizione al governo a cui stiamo assistendo in questa campagna per le amministrative”. Liardo dunque, almeno per il momento, resta in corsa e si dichiara “tranquillo perché sono una persona onesta, perbene e soprattutto questo lo sanno i torinesi”.

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