GUAI IN FAMIGLIA

Il "piemontese" Fidanza imbarazza Fratelli d'Italia

L'europarlamentare autosospeso dopo l'inchiesta giornalistica su razzismo e fondi neri è consigliere nel piccolo comune di Rosazza. Lì il sindaco è la sorella del deputato Delmastro e punta alla guida della Provincia di Biella. Forti legami anche con Nastri

Ancor prima che su di lui si scatenasse la bufera dopo l’inchiesta di Fanpage su razzismo e fondi neri, Carlo Fidanza uomo forte e potente di Fratelli d’Italia,  aveva già deciso di non ricandidarsi. Addio al Parlamento Europeo per il “federale” milanese? Macché. Il politico di primo piano del partito di Giorgia Meloni, finita in una vicenda non meno imbarazzante di quanto possa essere il caso Morisi per Matteo Salvini, aveva rinunciato a riproporsi agli elettori di Rosazza, paesino del Biellese di cui Fidanza negli ultimi cinque anni è stato consigliere comunale e da cui partono (e arrivano) molti fili che legano la vicenda esplosa ieri con la messa in onda dell’inchiesta giornalistica al Piemonte.

Da qui, dal borgo della Valle Cervo le cui origini non vanno oltre la fine dell’Ottocento e lo stesso nome è null’altro che il cognome del fondatore, Federico Rosazza, Maestro Venerabile della Massoneria biellese che eresse su questo fazzoletto di Prealpi il suo castello, da qui insomma bisogna partire per avere conferma di quanto il Piemonte, in particolare questa parte, conti per il lombardo Fidanza e per i suoi sostenitori in terra allobroga.

Che ci fa nella microscopica Rosazza uno degli uomini di punta del partito che ha raccolto l’eredità del Msi passando per Alleanza Nazionale, con tutta la sua carriera politica di quarantacinquenne in Lombardia, poi l’approdo a Bruxelles (con un notevole viatico di preferenze prese proprio in Piemonte) dove diventerà capodelegazione del partito da cui poche ore fa si è autosospeso? Per far breccia sui meno dei cento elettori, visto che in tutto i residenti sono 104, non serviva certo il nome di peso, tantomeno si può pensare che sia stato il gettone (semmai c’è stato) di presenza ad allettare allora il futuro europarlamentare verso il piccolo municipio, dove però il nome, anzi il cognome del sindaco da contessa dei film di Fantozzi, rimanda proprio allo stato maggiore meloniano. 

Francesca Delmastro Delle Vedove, giovane avvocato, è la sorella del deputato Andrea, rampante parlamentare in rapidissima ascesa ai vertici del partito e sempre più influente Fratello (d’Italia, non del succitato fondatore di Rosazza) in un Piemonte da tempo terra di conquiste e di acquisti (citofonare Forza Italia) per i meloniani. E Delmastro fratello (della sindaca) è uno dei parlamentari più vicini a Giorgia. A lui vicinissima è l’assessora regionale al Lavoro Elena Chiorino, pure lei biellese. Ma torniamo alla sorella, nel 2016 diventa prima cittadina con 55 voti sconfiggendo la lista avversaria rimasta a 16. Pochi mesi prima sempre lei aveva capitanato il blitz (con il mancato sostegno alla maggioranza traballante) aprendo la via al commissariamento del Comune meno popolato di tanti condomìni. E nella sua lista era comparso quel nome abituati a vedere nei manifesti a Milano. 

Dev’essere passata acqua (compresa quella di Fiuggi) sotto i ponti da quel 2004 quando al congresso di Viterbo di Azione Giovani (il movimento giovanile di Alleanza Nazionale) Fidanza venne battuto dalla Meloni e a sostenere quest’ultima era stato tra gli altri proprio Delmastro, futuro amico e sodale strettissimo dello sconfitto di allora. Quando la sorella poi prova, riuscendoci, a diventare sindaco il peso da novanta del partito in Lombardia e non solo è con lei, nella sua lista. È a Rosazza, Fidanza, quando l’anno scorso l’alluvione ha flagellato la zona. Cammina nel fango durante la visita del presidente della Regione Alberto Cirio. Ci sono, naturalmente, anche i Delmastro, fratello e sorella.

Lei adesso ci riprova a fare la sindaca, ma non solo. Nel centrodestra è noto da tempo come il suo obiettivo e ancor più del lei fratello sia quello di approdare alla presidenza della Provincia dove basta avere i voti e non importa se si governa un comune di poco più di cento anime.

Strada già impervia, prima ancora dell’esplosione del caso Fidanza, giacché dalle parti della Lega lo strabordare di (e dei) Delmastro provoca qualche orticaria e sul fronte opposto il centrosinistra potrebbe alimentare un’eterogenesi dei fini. Ma il protagonista e anfitrione delle imbarazzante riunioni di partito milanesi con fascisti dichiaratamente tali, barzellette sui neri e sugli ebrei, non senza inquietanti discorsi su pagamento in nero per il sostegno elettorale, in Piemonte ha un altro storico sostenitore nel parlamentare novarese Gaetano Nastri. Uno dei suoi uomini più fidati, il consigliere comunale a Palazzo Cabrino Ivan De Grandis, nella campagna elettorale per la sua rielezione aveva postato un video su Facebook proprio con l’appello a suo favore di Fidanza. Da qualche ora, quel video è sparito.

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