ALTA TENSIONE

Il venerdì nero del Green Pass, allarme per blocchi e scontri

L'allerta del Viminale: "Non si possono escludere azioni violente". Presidi e sit-in davanti a fabbriche e in piazza Castello. Circolazione a rischio per possibili blocchi stradali. Il prefetto Palomba: "Tutte le forze in campo". Ma tra gli agenti non sono pochi i No Vax

Il venerdì nero gravido di inevitabili disagi e possibili azioni violente è la paradossale antitesi, provocata da chi si oppone al Green Pass e (diciamolo senza infingimenti) al vaccino, di quel che per mesi il Paese ha auspicato e cui si sta avvicinando a grandi passi: la sconfitta della pandemia, la ripresa della socialità e dell’economia. Invece, oggi, il pericolo concreto è quello di avere strade, piazze, città terreno di violenza ben che vada di forti disagi, è quello di vedere bloccati i trasporti di merci e persone con contraccolpi non quantificabili sulla via dello sviluppo e della ripresa. A Torino sono annunciate, fin dall’alba manifestazioni e presidi: davanti ai cancelli dell’Avio di Rivalta, di Iveco a Torino, alla Pirelli di Settimo, alla Gallina di La Loggia e un sit-in non stop di in piazza Castello promosso dalla “Variante torinese”, sigla locale della galassia No Green Pass.

I fatti di sabato scorso a Roma, con l’assalto alla sede della Cgil e la devastazione del Pronto Soccorso dell’Umberto Primo, supportano drammaticamente e concretamente l’allarme che dal Viminale è partito diretto a tutti i prefetti. Quello di Torino, Claudio Palomba, ieri spendeva parole tese a non provocare eccessive tensioni: “Stiamo facendo un confronto costante sulla situazione in generale, tutto quello che possiamo mettere in campo lo stiamo mettendo. Non siamo preoccupati – ha aggiunto – siamo attenti”.

Proprio la massima attenzione da parte degli apparati di sicurezza è stata richiamata dalla circolare del capo della polizia Lamberto Giannini in cui è scritto chiaramente come “non si può escludere che la giornata di avvio del nuovo provvedimento possa costituire il pretesto per un ulteriore inasprimento dei toni della contestazione, con azioni improntate all'illegalità in danno di obiettivi esposti a rischio per la circostanza, ma anche con possibili episodi di contrapposizione fra gruppi aderenti ad opposti estremismi'”. Movimenti di estrema destra e centri sociali, così come frange dell’anarchismo insurrezionalista sono (o, perlomeno, dovrebbero essere visto il precedente di sabato scorso nella Capitale) sotto l’attenzione delle forze di polizia e dell’intelligence. Ma non solo loro. Il rischio di manifestazioni, pur non autorizzate, che possono degenerare è alto, soprattutto nelle grandi città. L’eventualità di una tempesta perfetta trova elementi su cui potersi verificare.

Oggi non è soltanto (si fa per dire) il giorno in cui entra in vigore il Green Pass per tutte le attività lavorative, è anche la vigilia della manifestazione antifascista indetta dalla Cgil per domani pomeriggio a Roma. E oggi i portuali di Trieste bloccheranno il principale scalo marittimo del Paese. Ma quello che si annuncia come il venerdì nero tinto di allarme da chi rifiuta e contesta il certificato verde è pure il giorno in cui si conclude la campagna elettorale per i ballottaggi a Roma, come a Torino. 

Dopo le evidenti falle che l’apparato della sicurezza ha mostrato sabato scorso a Roma, l’elevare la soglia di allerta a un livello molto alto come ha fatto il Viminale è il minimo di fronte a una serie di incognite che solo oggi potranno essere sciolte. Peseranno i problemi che si potranno verificare all’ingresso dei posti di lavoro, le code alle farmacie con la richiesta esponenzialmente crescente di tamponi cui la Regione Piemonte prova a fornire una parziale risposta con l’attivazione degli hot spot domani e domenica, le non escludibili tensioni per i tagli ai servizi del trasporto pubblico locale.

Non contribuisce certo a rassicurare, sia sotto il profilo numerico delle forze dell’ordine sia come messaggio, quel numero ancora troppo alto di poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della penitenziaria che rifiutano il vaccino. Apre a una seria valutazione il dato che indica come un poliziotto su tre del Reparto Mobile di Torino, una delle specialità più militarizzate, compatte e in qualche modo attenta a messaggi di una certa parte politica sia contrario al vaccino. Non rassicura, se confermata, la voce che alcuni dei componenti di quel reparto abbiano partecipato, non per servizio, alla manifestazione di Roma.

“Il diritto di manifestare è riconosciuto, il diritto di violenza”, ricordava ieri il prefetto Palomba. C’è da augurarsi, confidando che le falle emerse sabato scorso a Roma non si ripropongano anche nel prevedere quel che potrebbe accadere, che oggi il venerdì sia nero solo per qualche inevitabile disagio la cui paternità non può non essere che di chi si oppone al certificato verde.

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