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Teatro Regio fuori dal tunnel, fine del commissariamento

Il centrosinistra aveva lasciato un colabrodo, il nuovo sindaco Lo Russo ritrova un ente sano almeno dal punto di vista dei conti. La Purchia lascia: "A disposizione per agevolare il passaggio di consegne"

È stato un lungo calvario, tra buchi di bilancio e disdicevoli vicende giudiziarie. Ma finalmente è finito. Da lunedì il Teatro Regio di Torino non sarà più commissariato. Il 25 ottobre Rosanna Purchia lascerà l’incarico di commissario, dopo 13 mesi di lavoro. Ad annunciarlo in occasione della presentazione della stagione d’opera e balletto è la stessa Purchia. “Ho passato un anno pieno di passione in un teatro che merita un posto in prima fila nel panorama europeo. Non ci siamo mai fermati un attimo e il pubblico ci ha seguito”. Spetterà al prossimo consiglio d’indirizzo, presieduto dal neo sindaco di Torino Stefano Lo Russo, indicare il futuro sovrintendente. “Non posso esserlo io – conclude Purchia – me lo impedisce la legge Madia”.

Rosanna Purchia era stata nominata a settembre dello scorso anno, dopo le dimissioni del sovrintendente William Graziosi, travolto dagli avvisi di garanzia. Purchia si è messa a disposizione di Lo Russo “per agevolare in ogni modo il passaggio di consegne” e ha annunciato di aver chiesto e ottenuto, in sinergia con l'assemblea dei soci, la proroga fino a dicembre 2022 del direttore artistico Sebastian Schwarz. Lascerà a marzo, invece, il direttore generale Guido Mulè, a cui pure era stato chiesto di rimanere in carica per tutto il prossimo anno. “Lascio un teatro proiettato verso un bel futuro – sottolinea ancora Purchia – Basta vedere la prossima stagione, compresa la nuova produzione in anteprima mondiale del Don Giovanni di Mozart diretta da Riccardo Muti, nel novembre del prossimo anno”.

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