POLTRONE & SOFÀ

Crt, "palenzoniani" e Appendino tentano lo sgambetto a Quaglia

A quattro giorni dalle cooptazioni in Consiglio di indirizzo i componenti sono divisi. Le manovre del presidente per fare pace con Cirio e Camera di Commercio. Ma ora rischia di non avere i numeri

Si sono incontrati ieri, intorno a mezzogiorno al Caffè Torino, alcuni consiglieri della cosiddetta corrente “palenzoniana” della Fondazione Crt; quelli cioè che fanno riferimento a Fabrizio Palenzona, uomo di banche e autostrade, finanza e potere. Il 26 ottobre in via XX Settembre saranno cooptati tre componenti del Consiglio di indirizzo per altrettanti posti rimasti vacanti, dopo le nomine in cda, e le varie anime che siedono nel parlamentino si stanno consultando per raggiungere una sintesi ed evitare nuovi strappi dopo quello provocato sulla nomina del componente della Regione.

Chi alla fine si è presentato al Caffè Torino non si sa con certezza, ma di certo non hanno fatto mistero di appartenere a quell’area l’avvocato tortonese Corrado Bonadeo, il giornalista e produttore culturale Riccardo Piaggio e l’ingegner Pierluigi Poggiolini. Sono considerati i dissidenti, quelli che starebbero prendendo le distanze dal presidente Giovanni Quaglia o che comunque hanno deciso di ritagliarsi uno spazio di autonomia all’interno della fondazione. Al loro fianco Chiara Appendino avrebbe schierato i tre che lei stessa ha nominato: Francesco GaliettiArturo Soprano e Davide Franco, quest’ultimo indicato attraverso la Città Metropolitana. Proprio ieri li avrebbe incontrati prima che si presentassero all’incontro nel bar storico di piazza San Carlo per pianificare la strategia. Alleanze variabili in un Consiglio che solo in parte rispecchia gli attuali assetti di potere: enti in concorrenza tra loro, ruggini personali, le ultime zampate di chi sta per lasciare lo scettro e i tentativi – talvolta maldestri – di riposizionarsi di qualche personaggio in cerca d’autore (e poltrone). C’è tutto questo nelle strategie per le nuove cooptazioni previste in seno alla cassaforte di via XX Settembre. Ma quali nomi sono finiti sul taccuino dei carbonari? Su chi puntano realmente “palenzoniani” e “appendiniani”, fianco a fianco in quest’anomala alleanza? Tra i nomi che sono stati sussurrati all’orecchio di qualche consigliere spiccano quello dell’ex direttore generale della Cr Asti Vittoria Villani e dell’ingegner Fiorenza Viazzo di Vercelli. Insomma, nessun torinese.

Parallelamente la maggioranza che fa riferimento alla trimurti composta dal presidente Quaglia, dal numero due del cda Maurizio Irrera e dal consigliere Davide Canavesio sta lavorando a un’altra lista con la quale vorrebbe anche ricucire qualche strappo avvenuto nei giorni scorsi. Innanzitutto con Alberto Cirio: dopo l’estromissione dell’ex magistrato Antonio Rinaudo dall’ultimo giro di nomine – era il primo eletto nella terna uscita dall'assemblea di Palazzo Lascaris eppure il Consiglio di indirizzo della Fondazione ha nominato Alessandra Siviero, l’unica indicata dal centrosinistra – tra piazza Castello e via XX Settembre è calato il gelo. In queste settimane gli ambasciatori hanno lavorato alacremente e una sintesi si sarebbe trovata sul nome di un’altra Quaglia, l’astigiana Giovanna Quaglia, ex assessore al Bilancio della giunta Cota in quota Lega. La stessa giunta di cui faceva parte anche Cirio, con la delega dello Sport. Un altro ramoscello d’ulivo è quello che verrebbe recapitato alla Camera di Commercio di Torino attraverso il via libera a Emanuela Moroni, presidente dell’Associazione guide turistiche, proposta dall’Ascom, e in un primo tempo giudicata con un curriculum non adeguato. L’ultimo nome i vertici di via XX Settembre lo avrebbero riservato – come fiche di benvenuto – al sindaco Stefano Lo Russo. Le trattative sono in corso per evitare di arrivare a una conta in Consiglio e non mancano anche nomi di mediazione che qualche consigliere prova a mettere sul tavolo per cercare una sintesi: uno di questi è l’ex presidente del Tribunale di Torino Massimo Terzi, 65 anni, dimessosi poche settimane fa in polemica con il sistema giudiziario italiano dopo la mancata nomina a capo della Corte d’Appello di Milano.