EMERGENZA COVID

Sanitari No Vax ancora al lavoro, anche le Asl nel mirino dei Nas

Per vertici e funzionari delle aziende potrebbe scattare la denuncia per omissione d'atti d'ufficio. Già alcune decine di dipendenti non vaccinati al loro posto (e con lo stipendio) scoperti dai carabinieri. Il commissario Rinaudo: "Situazioni e ritardi ingiustificabili"

Ritardi che diventano ipotesi di reato. È quello che potrebbe concretamente prospettarsi per alcuni vertici e funzionari delle Asl in seguito all’operazione dei Nas, in atto da alcuni giorni, mirata a verificare quanti medici, infermieri, operatori sanitari non vaccinati sono ancora al loro posto di lavoro nonostante l’obbligo si sottoporsi all’immunizzazione contro il Covid previsto dal decreto (poi convertito in legge) del primo aprile scorso.

Dalla comparazione degli elenchi del personale dipendente con quelli dei vaccinati, i carabinieri dei nuclei antisofisticazione e sanità hanno già scoperto parecchie decine di No Vax che da mesi sono fuorilegge, continuando a lavorare a contatto con i pazienti e percependo regolarmente lo stipendio a dispetto di una norma che si sarebbe dovuta applicare con tempestività e senza eccezioni ovunque.

Oltre alle sanzioni previste per chi, consapevolmente, viola la legge rischiando di mettere a repentaglio la salute di persone fragili come i pazienti ricoverati o persone che si recano in ambulatorio, l’indagine dei Nas che si sta estendendo a tutte le aziende sanitarie avrà, molto probabilmente, conseguenze giudiziarie per chi avrebbe dovuto fare quel che non è stato fatto. Omissione d’atti d’ufficio l’ipotesi di reato, da sei mesi a due anni di reclusione, che come esplicita il codice penale è prevista nei confronti del “pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia di sicurezza pubblica o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza riardo”.

Ritardo che, invece, segna ancora troppi casi in Piemonte tanto che dal commissario per la campagna vaccinale Antonio Rinaudo, sono partiti ormai da molti mesi e ripetutamente, richiami alle aziende sanitarie. Con l’esperienza e pur il piglio dell’ex pm, Rinaudo ha messo in atto tutte le iniziative per sbloccare situazioni che, a questo punto, difficilmente non possono che apparire sospette. Certamente inaccettabili. 

I rapporti istituzionali e la lunga consuetudine dell’ex magistrato con i vertici dell’Arma è facile immaginare abbiano contribuito a rappresentare la gravità del fenomeno, intensificando un’azione già predisposta a livello nazionale dai Nas che in Piemonte sta scoprendo molte situazioni illegali dietro cui ad oggi nessuno può escludere non vi sia soltanto una già intollerabile inerzia. Connivenze tra chi deve assumere tempestivamente (termine che suona beffardo dopo sei mesi) provvedimenti pesanti sotto il profilo economico e chi cerca di evitarli? Anche su questo indagano i Nas. 

Sembra paradossale, ma ancora nell’ultima riunione con i direttori generali delle aziende sanitarie qualcuno di essi ha rimesso sul tavolo la necessità di ulteriori chiarimenti sull’applicazione della legge. Facilmente intuibile l’irritazione di Rinaudo che di circolari esplicative e di incontri ne ha fatto più d’uno, di due e di tre. Possibile che chi dirige aziende con migliaia di dipendenti in un settore complesso come la sanità non abbia ancora chiaro quel che deve fare, possibilmente in fretta? E se chi deve trasmettere documenti necessari per lasciare a casa i dipendenti No Vax non lo fa, quale il motivo e soprattutto perché non risolve l’intoppo? La stessa richiesta di dati certi e di un quadro della situazione dettagliato, rivolta dall'ex pm ai direttori generali ha dato risposte non sempre chiare e convincenti. 

Dal 15 dicembre, in base alle decisioni assunte ieri dal Governo, scatta l’obbligo della terza dose per i sanitari e, intanto, negli ospedali della regione c’è ancora chi non ha fatto neppure la prima. Lo stesso decreto prevede dalla stessa data la vaccinazione obbligatoria anche per il personale amministrativo della sanità, quando tra medici, infermieri e Oss c’è chi lavora senza essere immunizzato.

Una svolta potrà arrivare con l’introduzione del Super Green Pass, ottenibile solo con la vaccinazione (o avendo contratto la malattia, salvo doversi comunque vaccinare dopo un dato periodo), che toglierà l’ipocrito velo della privacy. Ma a svegliare da un letargo talvolta sospetto chi fino ad oggi non ha fatto quel che avrebbe dovuto, lasciando a casa senza stipendio i dipendenti No Vax, probabilmente sarà la concreta ipotesi di una denuncia e il rischio di finire nei guai giudiziari.

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