Uomini e animali, la stessa cura

Non stiamo attraversando quello che si dice “un periodo felice”, poiché questi ultimi due anni di pandemia hanno fatto emergere in noi emozioni opposte a quelle che speravamo trionfassero durante le suonate dai balconi nella primavera del 2021. All’epoca eravamo convinti che ne saremo usciti tutti meglio, ossia che presto saremo stati parte di una società rinnovata e solidale, ma a quanto pare dopo circa 20 mesi dai terribili servizi giornalistici da Wuhan purtroppo scopriamo di essere molto lontani dalla realizzazione di quel sogno. Non siamo diventati una comunità simile alla “Città del Sole”, anzi al contrario la rabbia si è impadronita di molti di noi con ulteriore divisione della società e crescente paura collettiva.

In questo clima tutt’altro che idilliaco, anche gli animali hanno subito le conseguenze del dominio di odio e terrore, cadendo più che mai vittime di abbandono, oppure finendo uccisi per cause dovute alla frustrazione crescente che ha reso folli tante persone.

Riuscire infatti a comprendere quanto avvenuto recentemente nel Lazio, a Velletri, è impossibile se non prendendo atto di un diffuso e crescente senso di disprezzo per qualsiasi essere, od oggetto, posto al di fuori dal “possesso” individuale, sino a legittimare addirittura uno sterminio di gatti.

Da molti anni un artista, che vive in un quartiere residenziale di quella città, dedica gran parte della sua esistenza, e delle sue risorse, a salvare felini randagi. Avevamo già parlato di lui in un articolo risalente all’8 agosto 2017,  quando raccontammo dell’incontro tra Mauro e Tommasino: un cucciolo a cui avevano spezzato la coda e che fu salvato dalle cure ricevute in seguito al suo ritrovamento.

Nel frattempo Mauro ha accolto in casa altri felini, con alcuni è andato tutto bene mentre altri purtroppo non ce l’hanno fatta. Intorno a lui si è creata però una vasta rete di persone, raccolta intorno alla pagina Fb “Uniti per Tommasino”, a cui hanno aderito pure alcuni veterinari pronti a visitare i pazienti con la coda portati dall’artista: mici prelevati dal grande cortile del caseggiato in cui abita. Animaletti che ora vivono con lui e che di tanto in tanto gettano un’occhiata al cortile in cui vivevano.

Non tutti sono come Mauro, ed evidentemente il resto della colonia felina, lasciata libera di aggirarsi tra un fabbricato e l’altro, ha dato fastidio ad alcuni coinquilini, i quali si sono sentiti autorizzati a dare vita a una vera e propria strage. È straziante leggere i resoconti che Mauro pubblica sul suo profilo social, oramai più simili a un bollettino di guerra che ad un luogo virtuale dedicato alla narrazione di chi ama i gatti. Non passa giorno che non si rinvengano mici, adulti e cuccioli, morti: ultimamente alcuni sono riusciti a trascinarsi a fatica nelle cantine per agonizzare a poi spirare. Esseri seguiti dai veterinari e uccisi senza pietà da ignoti.

La battaglia che ha avviato Mauro nei riguardi del criminale (o dei criminali) è ammirevole. Senza timore alcuno, bucando un muro di omertà, l’artista ha fatto denuncia in Procura dopo aver allertato i Carabinieri, guardie zoofile e azienda sanitaria. Sono infine stati fatti prelievi ai corpi degli animali ed è stata aperta un’inchiesta. Forse i gatti avranno giustizia, ma il cortile non li vede più gironzolare e neppure andare incontro alle persone, oppure riposare nei rifugi collocati da Mauro stesso. Nell’area tace qualsiasi miagolino e rimangono senza compagnia gli anziani che li cercavano per fare loro due coccole e passare un po’ di tempo.   

Mauro ha raccolto molti corpicini esanimi e non si dà pace, poiché ha di continuo negli occhi la strage di esseri innocenti compiuta probabilmente tramite bocconi avvelenati sparsi in giro da menti altrettanto avvelenate. Non lo consola l’aver agito per salvarne il maggior numero possibile, tentando al contempo di riscattare questa umanità, poiché troppo lungo è l’elenco dei felini scomparsi.

Un colombo, un topino di campagna, un gatto o un cane infastidiscono, chissà come, dando sui nervi a individui presenti solamente sul loro disagio. Essendo animali la soluzione è immediata: eliminazione fisica esattamente come si butta via un oggetto inutile che capita sempre tra i piedi. È evidente come troppi umani ritengano non senzienti tutti gli altri esseri: i padroni del pianeta scelgono chi deve e soprattutto chi non deve vivere su questa Terra.

A Velletri, Mauro sta lottando non solo per riaffermare il diritto a tutela della giustizia, ma ancor più per far progredire questa nostra società. Uscire dal regno delle superstizioni e della non conoscenza vuol dire pure abbandonare la visione secondo cui l’essere umano è al vertice del mondo. Noi non siamo gli unici dotati di coscienza, ma abitanti di una Terra generosa nell’assegnare ad ognuno un posto e un ruolo.

Mauro va sostenuto e con lui tutti coloro che mettono in primo piano la solidarietà, la medesima che consente di passare dalla cura degli animali per raggiungere quella dell’Uomo.

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