OPERE & OMISSIONI

Un miliardo per la Metro 2

Sherpa al lavoro per dirottare su Torino una parte consistente del finanziamento statale sul trasporto pubblico nelle grandi città. Gariglio (Pd): "Così finanzieremo il tratto dalla stazione Rebaudengo al Politecnico". A febbraio il progetto definitivo

Un miliardo sotto l’albero. È quello che potrebbe recapitare Santa Claus a Stefano Lo Russo per finanziare interamente la tratta della Metro 2 di Torino dalla stazione Rebaudengo al Politecnico. Proprio nei giorni in cui gli scavi per la prima linea sono arrivati a Rivoli (Cascine Vica), un’altra buona notizia potrebbe giungere da Roma, in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio. L’articolo 132, infatti, stanzia 3,7 miliardi per il trasporto rapido di massa nelle città di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino, appunto. Un contributo crescente che va dai 50 milioni previsti nel 2022 e nel 2023 fino ai 300 milioni dal 2029 al 2036. Spetterà al ministro delle Infrastrutture, assieme al titolare delle Finanze, entro il 28 febbraio del prossimo anno, “definire le modalità di assegnazione delle risorse da destinare” come si legge in un documento del centro studi di Montecitorio.

Una lobby trasversale piemontese, capitanata dal capogruppo dem nella Commissione Trasporti della Camera Davide Gariglio, sta lavorando per far sì che Torino possa beneficiare di un miliardo tondo di contributo che, sommato agli 828 milioni già stanziati dal secondo governo di Giuseppe Conte, consentirebbe al Comune di realizzare il lotto della Metro 2 da Rebaudengo al Politecnico, andando oltre Porta Nuova (fermata strategica perché è dove s'interseca la linea uno) con soldi interamente pubblici e senza bisogno di mettere mano al portafoglio. “Ho ragione di credere che questo obiettivo possa essere portato a casa” dice Gariglio che è anche riuscito a far approvare un ordine del giorno a sua prima firma in cui s’impegna il Governo a stanziare risorse aggiuntive rispetto a quelle del Pnrr per finanziare il trasporto pubblico locale nelle grandi aree metropolitane.

Tra i punti di forza del capoluogo piemontese c’è lo stato di avanzamento della progettazione: entro febbraio Infra.To, cui Palazzo Civico ha affidato l’incarico, presenterà il progetto definitivo dei primi due lotti (Rebaudengo-Novara e Novara-Politecnico). C'è poi una questione ambientale: Torino è tra le città più inquinate d’Italia e il trasferimento di una quota di spostamenti dalla gomma al ferro non può che assecondare ulteriormente quella transizione ecologica che è alla base delle politiche nazionali e comunitarie. Nel 2019, su 36 milioni di persone maggiorenni in Italia, almeno due su tre hanno usato l’automobile tutti i giorni; nello stesso anno solo il 10 per cento degli spostamenti è avvenuto attraverso sistemi pubblici di trasporto. Questione sulla quale il Paese è ancora indietro: la media europea di estensione della rete di tram e metropolitane è di 54,3 chilometri per milione di abitanti, mentre in Italia è di appena 20,3. “Per questo dobbiamo investire più risorse su un trasporto pubblico efficiente e sostenibile – spiega Gariglio – a maggior ragione in una città come Torino che su questo tema è rimasta troppo indietro”.

L’intero tracciato della seconda linea della metropolitana va da San Mauro a Orbassano, è lungo 28 chilometri con 32 stazioni, depositi e parcheggi di interscambio, per la cui realizzazione è stato stimato un costo di quasi 5 miliardi di euro. Quello tra Rebaudengo e corso Novara è il primo lotto che, con le risorse aggiuntive del Governo, potrà estendersi fino al Politecnico. Se la fase di progettazione e di affidamento dei lavori procederà senza intoppi il cantiere potrebbe essere aperto entro la fine del 2023.

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