COMUNE DI TORINO

"Il Pd ci mette il bavaglio",
l'opposizione lascia l'Aula

Polemica di centrodestra e M5s che alzano i tacchi dopo aver visto respinta la richiesta di discutere 138 emendamenti alle linee programmatiche del sindaco Lo Russo. La frecciatina: "Brutto perdere le elezioni". Il precedente di Appendino

Stefano Lo Russo presenta le linee programmatiche del suo mandato, il centrodestra abbandona l’aula. Chi si aspettava un clima di concordia istituzionale che anche in Sala Rossa ricalcasse l’entente cordiale tra il sindaco di Torino e il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha dovuto ricredersi. A dar fuoco alle polveri della polemica è proprio un assessore della giunta regionale, il leghista Fabrizio Ricca, rieletto anche nell'aula cittadina: “Noi proponiamo modifiche per migliorare la vita dei cittadini, correggere il tiro sulle piste ciclabili, aumentare il peso democratico delle circoscrizioni e il Pd cosa fa? Non le legge nemmeno e ci silenzia mettendo un bavaglio alle opposizioni”.

Sono 138 gli emendamenti, proposti da centrodestra e M5s, che in conferenza dei capigruppo la maggioranza ha deciso di non discutere concedendo così alle opposizioni il pretesto per uscire polemicamente dall’aula. “Non erano emendamenti ostruzionistici, ma il nostro contributo  per migliorare la città” dice Ricca, che da solo ne aveva predisposti una trentina. Troppi? Secondo il centrosinistra sì, visto peraltro che non era in discussione un atto, ma solo un indirizzo politico. E pure Lo Russo non si fa sfuggire l’occasione per stigmatizzare la scelta delle minoranze della Sala Rossa, durante il passaggio sull’istituzione della cabina di regia istituita assieme alla Regione sul Pnrr: “Spiace che non ci siano le minoranze di centrodestra in aula perché fuori da quest’aula questa iniziativa è stata accolta molto bene” al punto che il sindaco sottolinea la “distanza tra eletti ed elettori”.

Il capogruppo grillino Andrea Russi rimarca come sia “sempre capitato nelle scorse amministrazioni” che venissero presentati emendamenti alle linee programmatiche. E ha ragione. Cinque anni fa, prima del voto finale sull’intervento della neo sindaca Chiara Appendino, il Consiglio prese in esame 117 emendamenti di merito, approvandone 25 di cui tre della Lega Nord, 10 del gruppo Torino in Comune, sei del Movimento 5 Stelle, due di Lista Civica Roberto Rosso e quattro di Lista Civica Fassino Sindaco.

A margine della seduta il primo cittadino aggiunge: “È suggestivo il meccanismo per cui le minoranze hanno presentato oltre 130 emendamenti a quello che è il programma di mandato, che riflette l’esito elettorale. Ossia oltre 130 emendamenti al programma del centrosinistra. Capisco che perdere le elezioni può non far piacere ma credo sia rispettoso della dialettica democratica accettare l’esito elettorale, attivando un principio di collaborazione, anche di critica, ma certamente non di uno stravolgimento del programma uscito vincitore dalle urne”. “Non mi sfugge né sfuggo alla polemica politica – spiega Lo Russo – ma questo è il programma della coalizione e va rispettato per quello che è, e credo sia doveroso nei confronti dei torinesi non stravolgerlo”. Infine, nel merito, la concessione: “Alcune delle proposte contenute negli emendamenti sono utili spunti che potranno non far altro che migliorare la nostra azione”.

E mentre Paolo Damilano, presente oggi a Palazzo Civico, definisce “inquietante” il tentativo di “negare la libertà di parola”, dai banchi del centrosinistra Silvio Viale lo punzecchia: “Hanno rinunciato a 260 minuti di interventi, quattro ore e mezza, e hanno la spudoratezza di dire che sarebbe stata negata la libertà di espressione”.

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