REGIONE

Lega e FdI sul piede di guerra,
nel mirino Cirio e Allasia

La svolta "presidenzialista" fa salire la tensione tra gli alleati, uniti però nel bacchettare i vertici di Giunta e Consiglio. I seguaci di Meloni minacciano di disertare l'Aula, i salviniani di non confermare l'attuale inquilino di Palazzo Lascaris

Per un pugno di nomine. È una fine d’anno ad alta tensione nella maggioranza regionale di centrodestra dove Fratelli d’Italia e Lega si ribellano a quella definiscono la “svolta presidenzialista” del governatore Alberto Cirio e di Stefano Allasia, numero uno di Palazzo Lascaris. Al centro di una polemica affrontata in una lunga riunione di maggioranza, che ha fatto iniziare il Consiglio con un’ora di ritardo, neanche a dirlo, le ultime designazioni effettuate dai presidenti di Giunta e Consiglio: i meloniani, dopo aver minacciato di non presentarsi in Aula, hanno deposto momentaneamente le armi, con la promessa di una verifica di metà mandato in grado di riequilibrare i rapporti di forza.

È una tregua armata quella siglata tra i tre partiti di maggioranza. Non sono sfuggite a nessuno le invettive lanciate alla buvette dal consigliere leghista Claudio Leone contro Allasia dopo il decreto con cui quest’ultimo ieri sera ha nominato d’imperio il manager Vincenzo Lilli alla guida del Corecom, l’autorità garante delle comunicazioni a livello piemontese. Una designazione fatta in accordo con Forza Italia (che infatti piazza nel board dell’ente Marco Briamonte, su indicazione della consigliera Alessandra Biletta) senza condividerla con FdI, ma soprattutto con il gruppo leghista, che si stava orientando verso il nome di Mauro Pianasso, cugino del senatore Cesare Pianasso, uomo forte del Carroccio canavesano. Di qui la rabbia di Leone, che sbrocca al bar, e dei Fratelli d’Italia che in una chat infuocata sono arrivati a paventare un boicottaggio di Allasia a pochi giorni dal rinnovo di metà mandato dell’ufficio di presidenza.   

A gestire la crisi, tra i meloniani, sono stati il capogruppo Paolo Bongioanni e il coordinatore del partito piemontese Fabrizio Comba: un armistizio concesso dopo aver ottenuto la garanzia di una verifica politica, il famoso “tagliando” che prelude a un rimpastino con relativa redistribuzione di deleghe. Una settimana di tempo per trovare la quadra a partire dal rinnovo dell’Ufficio di presidenza di via Alfieri, ma anche con nuovi assetti di giunta. Una partita nella quale FdI ha chiesto esplicitamente di accrescere il peso di Maurizio Marrone, portando in capo al proprio assessore anche le competenze sulla Casa, materia di cui si è sempre occupato sin da quando sedeva sui banchi della Sala Rossa, e attualmente nelle mani di Chiara Caucino, leghista biellese in perenne litigio con la concittadina e collega Elena Chiorino.

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