GRANA PADANA

Risiko Lega di Palazzo Lascaris, spunta Ricca per il dopo Allasia

Sempre più in bilico la poltrona per il presidente del Consiglio regionale uscente che potrebbe lasciare il posto all'attuale assessore allo Sport. Uno schema che vedrebbe la promozione in giunta del canavesano Leone. La decisione dopo le festività di fine anno

La “pausa di decantazione” imposta dal capogruppo Alberto Preioni per rinviare alla ripresa dei lavori dopo le festività il rinnovo degli organismi di presidenza del Consiglio regionale, non è affatto detto metta fine alle tensioni in seno alla Lega. Tensioni latenti da tempo nel principale partito di maggioranza, esplose dopo il colpo di mano di Stefano Allasia nelle nomine per il Corecom, un atto che potrebbe costargli la riconferma sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris. Dalla pausa dovrà uscire una soluzione in grado di evitare profonde fratture intestine e quella di non passare sopra come se nulla fosse a una vicenda i cui strascichi rischierebbero di emergere carsicamente alla prima occasione. 

L’eccesso di autonomia esercitato da Allasia in occasione della designazione per decreto del presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni, ma già maldigerito da una buona parte del gruppo e del partito ai suoi vertici regionali in altre circostanze sembra aprire ulteriormente la strada proprio a una scelta diversa per la guida dell’Aula nella seconda metà della legislatura. Più d’una le ipotesi, ma quella che parrebbe al momento godere di maggiori probabilità va nella direzione di una corposa discontinuità

Lo schema che troverebbe l’avallo e forse qualcosa di più da parte del segretario regionale Riccardo Molinari, prevede il passaggio di testimone da parte di Allasia al compagno di partito titolare delle deleghe più politicamente identitarie per la Lega, come la Sicurezza e l’Immigrazione, ma anche competenze che aprono a poteri e relazioni come quella alle Partecipate e allo Sport. Sarebbe infatti Fabrizio Ricca, il più dichiaratamente giorgettiano tra gli assessori (e anche questo è un elemento da porre sulla bilancia tarata e osservata da Molinari), a subentrare ad Allasia nella guida dell’assemblea di Palazzo Lascaris. Un passaggio, per Ricca, da un posto di relazioni (troppe, come le trasferte romane e i contatti nella Capitale, agli occhi del vertice del partito piemontese) a un ruolo istituzionalmente alto, ma decisamente più ancorato al Palazzo e più lontano da quelli capitolini. 

Sulla poltrona che Ricca lascerebbe solo con la garanzia di quella di via Alfieri si accomoderebbe Claudio Leone, classe ’67, sportivo già vicepresidente della Rivarolese calcio, identica carica nella Federcaccia locale e un passato di assessore comunale nel suo Comune del Canavese, area che verrebbe “premiata” (qualcuno dice a scapito e non a caso di Torino) con un posto nell’esecutivo.

Leone dopo essere stato a lungoplegato al senatore Cesare Pianasso si è progressivamente avvicinato ad Alessandro Giglio Vigna, uno dei deputati più vicini a Molinari, che ha condiviso e apprezzato la sua battaglia sul gioco legale. Inoltre, il leader del Carroccio piemontese non fa mistero parlando a ruota libera con i suoi di rimarcare come i leghisti torinesi siano pochi ma litighino molto. Da qui la sua propensione a guardare poco distante, verso il Canavese, dove però le distanze politiche interne sono maggiori rispetto a quelle reali. Geografia interna al partito e geografia reale, c’è anche questo nell’alchimia che pare sottendere al giro di valzer leghista che per Allasia si trasformerebbe in una sorta di ballo della scopa. Per l’attuale presidente ci sarebbe come collocazione futura la guida di una commissione. Se non una bocciatura, certo qualcosa di molto lontano da una promozione.

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