ECONOMIA DOMESTICA

Artigianato, persi 75mila posti di lavoro

Crollo degli occupati negli ultimi quindici anni. Per intercettare la ripresa saranno fondamentali gli impulsi del Governo (Superbonus e Pnrr). Preoccupano il caro bollette e l'accesso al credito, soprattutto per le realtà più piccole

Negli ultimi quindici anni l’artigianato in Piemonte ha perso oltre 75mila posti di lavoro. A dicembre dello scorso anno erano 238.298 le persone impiegate nel comparto (di cui 130.717 autonomi e 107.581 dipendenti), 75.235 in meno rispetto ai 313.533 del 2007. Aumentano, invece, gli apprendisti che nell’ultimo anno sono passati da 20mila a 28mila. Segno di un’economia che sta ripartendo e di un miglioramento delle prospettive economiche a seguito dei provvedimenti del Governo, dal Superbonus nell’edilizia ai fondi del Pnrr. Impulsi (come altri) che hanno portato a un rimbalzo del Pil nel 2021 (+6,2%) e un’attesa ulteriore crescita per quest’anno intorno al 4%.

Sono alcuni dati resi noti dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Piemonte secondo cui l’iniziale pessimismo riscontrato all’inizio del 2021 è stato attenuato con il passare del tempo viste anche le previsioni positive dell’economia. “Gli artigiani piemontesi - commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – credono nella ripartenza, dopo il dramma del lockdown e i precedenti anni di recessione. Per avviare realmente la ripresa e far sì che le risorse del Pnrr non vengano utilizzate a fini meramente emergenziali, ma di carattere strutturale, occorrono vere riforme e il pieno coinvolgimento delle imprese artigiane e delle piccole imprese, il cui modello coniuga sostenibilità sociale, economica ed ambientale”.

Per quanto riguarda il credito, la quantità dei prestiti alle imprese di minori dimensioni continua a essere inferiore rispetto a quella erogata alle imprese medio-grandi che, volente o nolente, sono in grado di offrire maggiori garanzie agli istituti di credito. Inoltre, i tassi d’interesse bancari attivi sui prestiti connessi a esigenze di liquidità sono stati, nei primi sei mesi del 2021, mediamente doppi per le piccole imprese (da 5,82% a 6,08%) rispetto a quelle medio-grandi (3%).

A dicembre 2021, le imprese artigiane attive in Piemonte sono 117.315 e secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato nel primo semestre del 2022 non ci saranno variazioni significative, ma si assisterà ad una situazione di stallo, anche alla luce degli ultimi provvedimenti governativi di contrasto e contenimento della pandemia. Unica eccezione è costituita da un piccolo incremento delle piccolissime partite iva (da 0 a 1 addetti) che potrebbero crescere di circa ottanta unità. Preoccupazione desta infine il pesante rialzo dei prezzi, e in particolare delle materie energetiche, con l’inflazione che, secondo le stime, salirebbe dall’ 1,9% nel 2021 al 2,8% nel 2022. Una situazione che spinge il presidente Felici a chiedere che “lo Stato si riappropri della titolarità di alcuni asset strategici come l'energia e il credito”.

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