LOTTA AL COVID

Il Piemonte vira in arancione,
per i vaccinati non cambia nulla

Anche le ospedalizzazioni condannano la regione: non è bastato l'incremento in zona Cesarini dei posti letto nei reparti ordinari. Cirio: "Colpa dei No Vax". E infatti la stretta riguarderà essenzialmente loro

È stato in bilico fino all’ultimo ma se i dati di oggi dovessero essere confermati, com'è più che probabile, da lunedì 24 il Piemonte passerà in zona arancione assieme ad Abruzzo, Sicilia, Valle d’Aosta e Friuli. Una sfumatura che il governatore Alberto Cirio ha provato a scongiurare fino all’ultimo, incrementando la dotazione regionale di 970 posti letto nei reparti ordinari per ridurre l’incidenza delle ospedalizzazioni. Ma i contagi continuano a correre e non è bastata l’accelerazione della campagna vaccinale su terze dosi e minorenni per frenare sensibilmente anche i ricoveri.

Nella settimana 10-16 gennaio in Piemonte il numero dei nuovi casi e dei focolai è cresciuto, ma in modo contenuto rispetto alle settimane precedenti. Si abbassa l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi che scende da 1.88 a 1.07 e cala di un punto anche la percentuale di positività dei tamponi dal 30% al 29%. L’incidenza è di 2.259,10 casi ogni 100 mila abitanti (la soglia per il passaggio in zona arancione è di 150). Ma se questo fattore è ormai costantemente soprasoglia, a condannare il Piemonte sono i ricoveri. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva si abbassa dal 23,2% al 22,8% (soglia al 20%) mentre quello nei reparti ordinari sale dal 28,4% al 30,3%, seppur solo dello 0,3%, sopra il limite previsto per la permanenza in zona gialla.

“Nonostante un quadro complessivo che dimostra sia nella diffusione del virus che nel numero di nuove ospedalizzazioni una situazione in costante miglioramento, il Piemonte ha superato in piccolissima percentuale (0,3%) uno dei parametri per il passaggio in arancione e su questo ha inciso evidentemente il ricovero delle persone non vaccinate, che continuano a occupare i 2/3 delle nostre terapie intensive e più della metà dei posti letto ordinari, ponendo il Piemonte così come altre regioni in Italia sopra la soglia di allerta - spiegano Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi -. È bene però precisare che l’ingresso in zona arancione per le persone vaccinate non porterà nessuna privazione e ulteriori restrizioni nelle loro attività quotidiane e nella loro socialità”.

Ma cosa cambia nel passaggio da giallo ad arancione? Come detto, se si ha il green pass (meglio ancora se rafforzato) poco o niente, diverso per gli irriducibili del no al vaccino che rischiano di vedere fortemente compromessa la propria libertà negli spostamenti. Bisogna premettere che le differenze tra zona bianca e zona gialla sono state sostanzialmente azzerate dai decreti varati dal governo nell’ultimo mese per fronteggiare la diffusione della variante Omicron. Infatti l’obbligo di mascherina anche all’aperto è già in vigore in tutto il Paese e il limite delle 4 persone al tavolo del bar/ristorante (che vigeva per la zona gialla) è stato superato dall’obbligo di Super green pass per bar e ristoranti.

Anche per la zona arancione le restrizioni sono differenti rispetto al passato e, qui sta la novità sostanziale, non riguardano chi possiede il super Green pass (vaccinazione o avvenuta guarigione), bensì soltanto i soggetti non vaccinati. Per chi non ha il green pass, gli spostamenti con mezzo proprio verso altri comuni della stessa Regione o verso altre Regioni sono consentiti solo per lavoro, necessità, salute o per servizi che non siano disponibili nel proprio comune (ed è necessaria in questi caso l’autocertificazione). Restano consentiti invece gli spostamenti dai comuni con un massimo di 5mila abitanti, verso altri comuni entro i 30 chilometri, tranne che verso il capoluogo di provincia. È vietato l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (tranne alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi). A chi ha il green pass base, che si ottiene con tampone negativo, è vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi), l’effettuazione di corsi di formazione in presenza e la pratica di sport di contatto all’aperto.

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