Il Palio dei topolini

Dicono che… ad Asti la competizione elettorale assomigli sempre più a un Palio dei topolini. Di certo non è un gigante Paolo Crivelli, appena designato dal centrosinistra quale candidato sindaco. Un nome frutto di una lunga e tortuosa gestazione, dalla quale esce un Pd fortemente condizionato dall'ala più a sinistra dello schieramento, che ha imposto come candidato l’ex consigliere di “In Comune con Brignolo”, medico terzomondista con più anni passati in Africa che nella sua città, per di più con parenti stretti di fede leghista. A rompere gli equilibri dell’opposizione astigiana l’atteggiamento capriccioso dei Cinquestelle che, dopo aver rotto con i renziani di Angela Motta, hanno bruciato ben tre candidati e dopo aver rivendicato per sé vicesindaco e delega all’Urbanistica per Massimo Cerruti e presidenza del consiglio per Giorgio Spata, si sono chiamati fuori e probabilmente correranno da soli, pur non avendo più legami forti con Roma, essendo il loro deputato, Paolo Romano, ormai un desaparecido nel proprio collegio, espulso da mesi dal Movimento. A sostenere Crivelli sono rimasti quindi uno scontento Pd e quattro liste civiche dell’area movimentista ed ecologista, che si vedono attribuire un ruolo da protagonisti, pur avendo un seguito molto limitato, dei veri e propri partitini ad personam. In attesa di sapere cosa faranno i renziani e i calendiani, il sindaco uscente Rasero si gode già i primi endorsement della società civile raccolti attorno a tre liste civiche, già ben nutrite ed attive.

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