CASSE PUBBLICHE

Energia, Comuni in bolletta senza aiuti dal Governo

Rincari sopra il 30% mettono a rischio i bilanci degli enti locali. Se non ci saranno ristori saranno tagliati servizi o aumentate le tariffe comunali. Canelli (sindaco di Novara e Anci): "Draghi deve intervenire come giustamente ha fatto per famiglie e imprese"

Finire in bolletta per colpa delle bollette. È quello che rischiano piccoli, medi e grandi Comuni se, come nuovamente richiesto con forza ieri dall’Anci (e da quasi tutte le forze politiche) il Governo non metterà in atto misure urgenti per far fronte ai rincari.

“Noi abbiamo lanciato l’allarme già qualche mese fa – ricorda Alessandro Canelli, sindaco di Novara e componente del direttivo nazionale di Anci –. Così come il rincaro dei costi dell’energia provoca gravi problemi alle famiglie e alle imprese, lo stesso accade per gli enti locali”. Gestire illuminazione pubblica, edifici scolastici, impianti sportivi e quant’altro porta i Comuni ad avere proprio l’energia tra i costi principali, ma adesso la situazione rischia di diventare drammatica con inevitabili conseguenze per i cittadini.

“Basti pensare che ogni anno tutti i Comuni del Paese spendono complessivamente una cifra che oscilla tra un miliardo e 600 milioni e un miliardo e 800 milioni. La stime più aggiornate portano a indicare un aumento provocato dai rincari attorno agli 800 milioni”, spiega Canelli che ieri ha preso parte al consiglio direttivo di Anci e che per l’associazione segue da tempo questo dossier, anche in quanto presidente di Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale.

“Per fare un esempio concreto, per Novara abbiamo stimato un milione tondo di aumento della spesa per l’energia a fronte di una spesa media di tre milioni annui. Il problema ancora più grave – aggiunge il sindaco – è che parliamo di spesa corrente che è già, diciamo, molto tirata. Quindi se non si interverrà, i Comuni per pagare le bollette saranno costretti a tagliare alcuni servizi, oppure aumentare le tariffe, in entrambi i casi con conseguenze pesanti per i cittadini. Ecco perché il Governo deve intervenire al più presto con dei ristori in maniera da non mettere a rischio i bilanci dei Comuni”.

Di fronte alla prima richiesta dell’Anci l’esecutivo di Mario Draghi ha predisposto una bozza di decreto sostegni ter che però non prevede un ristoro specifico per i comuni “bensì per i primi tre mesi dell’anno uno stanziamento di un miliardo 200 milioni non riservato agli enti locali, ma per chiunque abbia impianti con una potenza superiore a 16,5Kw e per tutti coloro che devono gestire la pubblica illuminazione, però questi soldi – spiega Canelli – non sono destinati all’abbattimento dei costi dell’energia, bensì degli oneri accessori in bolletta. Questo comporta anche una difficoltà di prevedere la spesa e, in più, tre mesi sono pochi”.

Da qui l’ulteriore richiesta di Anci al Governo “di occuparsi dei Comuni così come giustamente si sta occupando delle famiglie e delle imprese. In caso contrario ci saranno ricadute pesanti proprio sui cittadini, in termini di tagli sui servizi o aumenti delle tariffe”. Per Anci serve mettere sul piatto non meno di mezzo miliardo. “Nei due anni di emergenza Covid gli enti locali hanno ricevuto aiuti importanti, ma adesso – osserva Canelli – quelle risorse rischiano di essere vanificate e non bastare neppure di fronte a bollette che in media aumentano non meno del 30 per cento e con l’incognita di quello che potrà succedere nei prossimi mesi”.

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