VERSO IL VOTO

Calenda: "Mai coi Cinquestelle", ma in Piemonte "mai dire mai"

Mentre il leader nazionale pone veti ad alleanze con grillini (e Fratelli d'Italia) sul terreno locale Azione gioca a tutto campo. Savigliano potrebbe fare da apripista con la candidatura a sindaco del capogruppo uscente pentastellato. Costa: "Nulla è stato deciso"

“Mai con i Cinquestelle”. Carlo Calenda, forse, avrebbe dovuto ricordare James Bond e il suo mai dire mai. Si sa che in politica, sempre attingendo a Jan Fleming, si si vive (almeno) due volte e si sopravvive facilmente a qualsiasi promessa. Se poi il grillismo è un’esperienza a termine e il grillino è pronto a trasformarsi come un Fregoli in civico, la cosa potrebbe farsi più semplice per Azione, almeno in Piemonte dove rumors e boatos non proprio campati sul nulla indicano di volgere lo sguardo sulla Granda e, in particolare, a Savigliano per vedere quel che potrebbe succedere nel partito dell’ex ministro in vista delle amministrative di primavera.

In un quadro non poco complicato e frastagliato, con il Pd che ha in animo di cambiare la guida del Comune chiedendo all’attuale primo cittadino Giulio Ambroggio di fare un passo indietro ricevendo come risposta la ricandidatura “autonoma” dell’uscente, sembra farsi largo l’ipotesi di una discesa in campo di Antonello Portera, attuale capogruppo dei Cinquestelle, in odore di uscita dal movimento e pronto a guidare un fronte civico. Lui qualche settimana addietro confermava di essere “pronto a coordinare e guidare, nella prospettiva di un governo alternativo e innovativo della nostra città, un gruppo di persone che, ciascuno in continuità con la propria storia e sensibilità politica oppure provenendo direttamente dalla società civile”.

Un’occasione che sembrerebbe allettare, o perlomeno interessare, l’ex ministro Enrico Costa, oggi una delle figure di punta del partito di Calenda. Il deputato che ha il suo storico feudo elettorale nel Monregalese, ma scrupolosa attenzione a tutto ciò che accade in Piemonte, figuriamoci a pochi chilometri da casa, starebbe ragionando sull’ipotesi di puntare sull’attuale grillino prossimo a vestirsi da civico. E Costa lo farebbe, tra gli altri, con l’azzurro Francesco Graglia, riconfermato alla vicepresidenza del Consiglio regionale del Piemonte, in quella votazione disertata per protesta dai Fratelli d’Italia. E proprio un segnale pesante ai meloniani e al loro capogruppo a Palazzo Lascaris Paolo Bongioanni, anch’egli cuneese, viene letta da alcuni il possibile appoggio di Forza Italia e, non di meno, di Azione al futuro ex grillino. In fondo Calenda ha detto mai con i Cinquestelle, ma anche mai con Fratelli d’Italia. Un colpo al cerchio e uno alla botte, nel comune dove, chissà mai, i calendiani potrebbero anche puntare a vestire con la loro maglia il potenziale futuro sindaco.

Nessun contatto sarebbe ancora avvenuto con Portera, fanno sapere fonti vicine a Costa, ma in quell’”ancora” spunta sibillina la concreta possibilità che l’incontro negato oggi ci sia domani. Di certo si sta valutando l’opzione. D’altra parte un partito il cui leader annuncia l’intenzione di arrivare al 20 per cento non può mostrarsi oltremodo schizzinoso sui trascorsi recentissimi di papabili candidati. Se poi s’incomincia dalla provincia, sia pure Granda, meglio ancora. 

E se FdI per ora sta alla finestra, peraltro non avendo una grande base elettorale in quel comune, per la Lega la candidatura di Portera, appoggiata da azzurri e calendiani, potrebbe risultare un po’ indigesta. Fu proprio l’attuale capogruppo grillino di Savigliano, allora “solo” avvocato Portera, ad aver promosso l'azione popolare ed il ricorso che avrebbe portato a stabilire l'ineleggibilità dell’allora consigliere regionale, oggi segretario regionale e capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari in quanto membro, al momento delle elezioni regionali, dell'Edisu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario. Il tribunale di Torino e la Corte d'Appello diedero torto al legale, futuro consigliere grillino, che non mollò l’osso e ricorrendo in Cassazione ottenne nel 2012 l’ineleggibilità e quindi, l’abbandono dell’assemblea di via Alfieri, per Molinari che ne era in quel momento vicepresidente.

Dieci anni dopo l’avvocato guida il gruppo dei Cinquestelle nella sua città, ma si prepara a candidarsi da civico, con un non sottovalutabile bagaglio di voti, l’appoggio di figure che vengono considerate vicine al presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia (non interessato, a quel che risulta, alla vicenda), ma soprattutto con la prospettiva di mettere in Azione nuovi schemi.

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