Un buon esempio di economia circolare

Chilometro Blu, un’intelligente iniziativa del sindaco di Collegno, lanciata la settimana scorsa, che purtroppo non ha avuto l’evidenza necessaria. L’idea del patto territoriale Nord-Ovest insieme al Comune di Collegno di creare un biopolo per l’economia circolare punta a concretizzare un processo integrato e completo nonché strategico per lo sviluppo green&blu dell’area, che affonda le radici nella cultura e gestione del trattamento dei rifiuti che si è sedimentata negli anni nella zona Ovest.

Un grande esempio di economia circolare, soprattutto su un materiale, il rifiuto, che è uno dei problemi della nostra società ma che se trattato dentro un processo culturale, tecnologico e industriale diventa una risorsa, diventa una ricchezza economica e per il territorio che realizza un tale processo di transizione ecologica. Oltretutto strappando dalle mani della mafia e della camorra la gestione del rifiuto di cui la delinquenza organizzata ha capito prima di tutto la convenienza e la profittabilità. Dunque, anche un progetto, che nasce nello storico triangolo della “rumenta”, esportabile e di esempio per altri territori.

La transizione ecologica ha nel riciclo del rifiuto il suo primo obiettivo e il “Chilometro blu” deve realizzare una simbiosi tra le tecnologie di riciclaggio e la produzione di nuovi materiali e prodotti da mettere a disposizione delle varie filiere dell’industria, dalla moda all’automotive. Soprattutto se insieme al recupero del rifiuto si sviluppa tutta la filiera dell’idrogeno verde utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili o da biometano.

Quando si parla non di diversificazione, ma di creazione di nuove filiere industriali oltre all’auto che resta fondamentale per il territorio come dice la top 500 delle imprese torinesi, la filiera del riciclo del rifiuto ha molteplici possibilità di sviluppo: dal creare nuove imprese innovative al potenziamento della ricerca applicata, alla creazione di occupazione qualificata (ma ne servirebbe anche molta con bassa qualifica perché abbiamo una dispersione scolastica che sovente crea una fascia non occupabile). Oltre a creare anche ricchezza per il territorio, ricchezza che può essere redistribuita alle famiglie attraverso l’aumento dei posti di lavoro.

Dall’iniziativa collegnese è emersa una grande coesione e partecipazione delle imprese presenti nella zona Nord-Ovest ma anche di aziende come Punch, che nel prossimo futuro investirà molto nel torinese, sia in campo di sviluppo del motore elettrico e sia continuando a sviluppare il motore endotermico abbinato al biocombustibile.

L’iniziativa molto concreta a differenza dei molti bla blà sul tema prevede un posto, un luogo: il “Living Lab” di 11mila mq dotato di sviluppatori, laboratori, campi prova, aree didattiche e uffici atti a ospitare le attività dei partner che potranno realizzare attività di ricerca e sviluppo, testing, prototipazione sino al monitorare fasi di produzione sperimentale e operative.

Insomma, un’iniziativa che non vuole mettersi in mostra ma molto concreta che sposa l’idea di coniugare lo smaltimento del rifiuto in una nuova industria che abbia un ciclo completo.

“Il modo vero” per salvare il pianeta passa attraverso un processo industriale completo in cui le imprese non sono il “nemico inquinatore” ma solo un soggetto fondamentale con cui si deve integrare il ritorno economico dell’investimento con l’obiettivo di un pianeta più verde e più a misura delle persone.

Tutto questo si sta facendo a Collegno e nella zona Nord-Ovest anche attraverso il Patto Territoriale.

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