Migranti: No border Scalzo processato per occupazione Oulx

E' comparso in tribunale, a Torino, Emilio Scalzo, storico attivista No Tav e No Border della Valle di Susa. L'occasione è stata la ripresa del processo per l'occupazione della ex casa cantoniera di Oulx, struttura dismessa che fino allo sgombero da parte delle forze dell'ordine, nel 2018, fu trasformata in un centro di accoglienza per i migranti. La posizione di Scalzo (difeso dall'avvocato Danilo Ghia) era stata stralciata da quella degli altri imputati dopo il suo arresto e la sua estradizione in Francia per episodi avvenuti durante una manifestazione oltre frontiera; ora è a piede libero con il solo divieto, spiccato dall'autorità giudiziaria di Gap, di non dimorare in territorio transalpino. All'udienza di oggi sono intervenuti due testimoni della difesa. "Avevamo piena coscienza del problema dei migranti - ha detto Giorgio Vair, 70 anni, a lungo sindaco e vicesindaco a San Didero - ma avevamo le mani legate a causa della normativa e della scarsità di fondi. La Casa cantoniera era una delle tante strutture dell'Anas presenti nella valle abbandonate in cattivo stato. Ci furono persone che cercarono di renderla in grado di accogliere i migranti in difficoltà che cercavano di espatriare. Si trattava di aiutarli a non morire di freddo e di fame quando venivano respinti alla frontiera. Un paio di volte accompagnai Scalzo a depositare del materiale, soprattutto capi di abbigliamento". Guido Fissore, 77 anni, ha spiegato che a Villarfocchiardo, dov'è stato consigliere comunale, "abbiamo cercato di prestare loro assistenza con l'associazione di cui sono presidente insieme al Comune e alla parrocchia. Da noi ne sono ruotati una decina. Dopo un po' ne perdevamo le tracce perché tentavano di andare in Francia. Era gente che veniva dall'Africa e non era né abituata né attrezzata per affrontare l'inverno. Per quanto ne so - ha concluso - dopo lo sgombero la casa cantoniera non è stata più utilizzata". 

print_icon