FIANCO DESTR

I Fratelli discutono di sanità e alla Lega viene la febbre

Il convegno di Novara irrita i capi del Carroccio, neanche avvertiti dell'iniziativa. Eppure tra i relatori non mancano figure vicine al partito del sindaco Canelli. Nastri prepara con largo anticipo la scalata a Palazzo Cabrino e intanto rattoppa i guai della vicesindaca

Hanno messo il simbolo del loro partito e il nome di Giorgia Meloni sullo stetoscopio per annunciare un convegno sulla sanità. Ma se ci fosse un termometro che misura la febbre della Lega, dopo aver “scoperto” l’iniziativa dell’alleato-concorrente, schizzerebbe oltre i quaranta.

Quello del rapporto tra Fratelli d’Italia e il partito di Matteo SalviniNovara non è (ancora) un conclamato caso clinico, ma presenta sintomi da non trascurare addirittura per immaginare fin d’ora cosa potrà accadere quando si avvicineranno le elezioni e si dovrà trovare un “erede” dell’attuale primo cittadino, il leghista Alessandro Canelli, al termine del suo secondo e quindi non rinnovabile mandato. La deadline naturale è tra quattro anni, ma ormai è risaputa l'ambizione del primo cittadino di rilevare il testimone di Alberto Cirio in Regione, operazione che potrebbe dimezzare l'attesa per le Comunali.

Senza dover correre così in avanti nel mutevole e imprevedibile calendario della politica, restando all’oggi, l’iniziativa di dopodomani agita non poco il Carroccio novarese che sulla sanità ha da sempre una sorta di jus primae noctis rispetto agli alleati, non foss’altro perché la Lega non solo esprime l’assessore regionale Luigi Icardi (peraltro con un rapporto spesso turbolento con i capataz del suo partito nella città di San Gaudenzio), ma anche perché annovera, come si dice “in quota”, il direttore regionale della sanità Mario Minola e colui che gli è succeduto alla guida dell’azienda ospedaliera, Gianfranco Zulian.

Leggere i loro nomi sul manifesto con lo stetoscopio meloniano, per i vertici leghisti non è stata sorpresa da poco e non da poco l’irritazione. Non tanto per la presenza istituzionale al convegno su “La sfida di FdI: il Covid come opportunità di rilancio per la sanità novarese?”, quanto appunto per aver scoperto tutto vedendo i manifesti, senza insomma che dai Fratelli fosse arrivata una comunicazione di cortesia. Dimenticanza? O piuttosto un altro sintomo di quel che tra i due partiti sta accadendo sul piano nazionale e, a cascata, in Regione, quindi nei comuni?

Che a Palazzo Cabrino i Fratelli da tempo stiano alzando la testa, forti del risultato nelle urne rispetto alla Lega (agevolato dalla messe di consensi travasati dal Carroccio alla lista del sindaco) non è una novità. Altrettanto chiaro che il dominus meloniano,  Gaetano Nastri - parte del collaudato (ma oggi, forse un poco scricchiolante) triumvirato con il sindaco e l’eminenza grigia leghista Massimo Giordano – sia il regista non solo dell’iniziativa di venerdì, ma anche di manovre per rafforzare ulteriormente il suo partito, pure con “invasioni di campo” a partire proprio dalla sanità.

Un iperattivismo visto con sospetto, quello di Nastri che ora sembra voler capitalizzare l'ascesa nazionale del suo partito, mentre la Lega arranca nei sondaggi. “Il prossimo candidato di centrodestra sarà di FdI” profetizzano alcuni. C'è chi sostiene sia nelle cose e rientri in un tacito patto che prevede l'appoggio del meloniani alla candidatura di Canelli in Regione, chi invece lo vive come un tentativo di strappare una enclave storica al partito di Salvini. Gira voce che Nastri potrebbe correre in prima persona, coronando forse un sogno segreto di porre anche la guida della città nel suo cursus politico, oppure favorire l'ascesa di qualche figura a lui vicina e a questo proposito circola con insistenza la voce di Zulian, che già qualcuno è pronto ad accusare di intelligenza con... l’amico.

Ad aumentare le tensioni ci si mettono ora anche le grane amministrative, con la vicesindaca meloniana Marina Chiarelli particolarmente esposta negli ultimi tempi e capace di uno scivolone dietro l'altro che si occupi di Sport o Commercio. Le ultime polemiche riguardano la manica larga con cui ha gestito lo street food in città, provocando le proteste delle associazioni di categoria. E questa è solo la punta dell'iceberg della vicesindaca che nel precedente mandato finì sui giornali per avere avuto l'ardire di chiedere il rimborso quando si recava dall'ufficio a Novarello, quartier generale della squadra cittadina, appena fuori dalla cinta daziaria. Poi quando si trattò di affidare la gestione dello Sporting, più noto come PalaNastri, Chiarelli, che del parlamentare è una indiscussa protegé , avrebbe percorso una via troppo rapida con l’affidamento diretto a una società appena costituita, tanto da provocare un esposto alla magistratura del Pd. L’avventura sportiva della vicesindaca finì anzitempo. Non il suo stretto rapporto politico con il deputato di FdI, incidentalmente socio in affari nel gruppo assicurativo Novara Laghi con Corrado Merciai, compagno di vita di Chiarelli. 

Tout se tient, direbbero i francesi. Un po’ meno sembra tenere la calma il vertice leghista novarese di fronte alle manovre dell’alleato, anche a Novara nel solco del travagliato rapporto tra Salvini e Meloni con tutto quel che da mesi ne sta conseguendo anche a livello territoriale. Dopodomani i Fratelli discuteranno di medicina, mentre sul piano politico e nella, sia pure lontana, prospettiva del governo della città ad essere sotto osservazione è lo stato di salute del rapporto con i cugini leghisti.

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