SANITÀ DEL FUTURO

Parco della Salute, taglio dei letti "annullerà i benefici del Pnrr"

Rivetti (Anaao): "Con oltre 400 posti in meno nel futuro polo sanitario il saldo con i posti degli ospedali di comunità ben che vada sarà a zero". Il difficile rapporto tra nosocomi e territorio al centro del congresso regionale del sindacato dei medici ospedalieri

“Da una parte il Pnrr aumenta i posti letto, dall’altra si tagliano quelli del Parco della Salute. Ben che vada il saldo sarà a zero”. Vedere di fatto annullati i benefici che si attendono dagli ospedali di comunità dalla cura dimagrante cui è sottoposto il progetto del grande polo ospedaliero, come paventa Chiara Rivetti, segretaria regionale di Anaao Assomed, è ben più di una remota eventualità.

Ma ci sono anche variabili che non contribuiscono ad attenuare la preoccupazione. I tempi e l’accidentato percorso del progetto del Parco della Salute che, ormai, molti riducono e ribattezzano nelle Nuove Molinette. E poi proprio la concretizzazione di quanto previsto per la medicina territoriale dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le case e gli ospedali di comunità devono essere pronti e funzionanti entro la fine del 2026, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi non nasconde di traguardare assai prima la scadenza, ma se per le strutture (in molti casi solo da adeguare e in pochi da costruire ex novo) sarà sufficiente che le Asl non perdano tempo e avvino rapidamente le procedure per progettazione e affidamento lavori, il problema più complesso riguarderà il personale. 

“Vista la situazione attuale e le prospettive che non alimentano troppe speranze, siamo sicuri che, una volta pronti, gli ospedali di comunità avranno il personale per farli funzionare?” osserva Rivetti che di questo tema discuterà questa sera nel dibattito sul Parco della Salute, in programma alle 17,30 nella Sala Il Centro in Centro di via Galliari 10 a Torino, organizzato dalla lista civica Monviso di cui è coordinatore il consigliere regionale Mario Giaccone, che vede tra i relatori l’ex preside di Medicina Ezio Ghigo, il direttore della Città della Salute Giovanni La Valle e il professore del Politecnico Giovanni Durbiano.

Ma la questione dei numeri, quelli dei letti che si riducono nel progetto del grande polo sanitario mentre aumentano nel Pnrr, oltreché allarmante è anche in qualche modo simbolica di una sanità che va a diverse velocità, con diverse voci e con risultati che rischiano di non essere quelli annunciati. “Se si istituiscono letti aggiuntivi nei 19 ospedali di comunità previsti nell’area torinese portando a un incremento di circa 400 posti, ma se altrettanti e forse anche di più vengono tagliati nel Parco della Salute, quale sarà il beneficio del Pnrr? Nessuno”, sostiene la segretaria del sindacato dei medici ospedalieri che, domani celebra all’Environment Park il congresso regionale. E anche in quell’occasione, oltre ad eleggere la segreteria regionale per il prossimo quadriennio (con Rivetti ricandidata), saranno sul tavolo i temi, o meglio i gravi problemi della sanità piemontese. Si discuterà della “crisi del Pronto Soccorso”, con anche in questo caso una ormai drammatica carenza di personale e il sempre più frequente ricorso, anche e soprattutto negli ospedali delle province, ai medici delle cooperative. 

“Ospedale e territorio” è l’argomento di una tavola rotonda nel corso del congresso, ma è ancor di più la questione cruciale del sistema sanitario piemontese nel dopo emergenza Covid e che proprio dal Covid ha compreso, drammaticamente, come la debolezza della medicina territoriale abbia pesato su un sistema ospedaliero già indebolito dai tagli subiti nell’ultimo decennio.

“Quello della medicina del territorio – spiega Rivetti – purtroppo, continua ad essere un eterno miraggio. Mentre negli ultimi dieci anni abbiamo perso oltre 1.500 posti negli ospedali, la medicina territoriale è rimasta la stessa di allora, nonostante nuove e ulteriori necessità”.

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