COMUNALI 2022

Cinque stelle (s)cadenti: ovunque sono irrilevanti

Sembra la notte di San Lorenzo. Risultati al di sotto delle (già pessimiste) attese per i pentastellati. I candidati sindaci grillini a Cuneo e Grugliasco finiscono ai margini della competizione e laddove il simbolo è in coalizione non è mai determinante

Irrilevanti quando sono in coalizione, inesistenti fuori dal centrosinistra. A includere il Movimento 5 stelle non è che il Pd allarghi in modo così significativo il suo campo, anzi. Ad Alessandria, tanto per fare un esempio, la lista pentastellata si ferma al 3,7%, è la penultima delle sei forze a sostegno di Giorgio Abonante che alla fine sarebbe andato al ballottaggio con o senza quel pugno di voti. Lo stesso dicasi per Asti dove i grillini portano in dote a Paolo Crivelli il 3,1%, mentre il sindaco uscente Maurizio Rasero trionfa a furor di popolo al primo turno. Che ci siano o non ci siano spostano poco. E le cose vanno ancora peggio laddove sono finiti a correre da soli: una Caporetto. Sono solo due i comuni piemontesi in cui i grillini hanno presentato propri candidati sindaco: Cuneo e Grugliasco. Nel capoluogo della Granda Silvia Cina ottiene l’1,6%; nella Stalingrado dell’Ovest Vito Coviello è al 3,23%. Si dirà: le amministrative non sono mai state il terreno preferito per i pentastellati e infatti i big nazionali hanno già iniziato a suonare la grancassa, ma di qui a scomparire il passo rischia di essere breve.  

È significativo che l’unico candidato pentastellato con qualche chance di vittoria abbia deciso di abiurare, consapevole di quanto quel simbolo che qualche anno fa era in grado di trainare candidati talvolta impresentabili, oggi rappresenta una zavorra. Si tratta di Lorenzo Lucchini, sindaco uscente di Acqui Terme, eletto cinque anni orsono sotto le insegne pentastellate, che ha ottenuto il ballottaggio sul filo di lana contro l’ex primo cittadino della Bollente Danilo Rapetti. Stesso discorso per Antonello Portera a Savigliano, che rinuncia al simbolo e vola al ballottaggio come primo classificato.

Ha buon gioco Matteo Renzi a dire che “il grillismo è finito”, auspicando che i vertici dem inizino a lavorare per “un’alleanza col centro riformista (che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di Più Europa-Azione) anziché coi grillini”. L’ex premier è il primo avversario del campo largo e questi risultati paiono proprio dargli ragione. Il M5s è risultato “incapace” di “intercettare” le domande che arrivano dai Comuni anche a causa dei “ritardi” nel percorso di rilancio del Movimento che ancora “non riesce a stare sui territori” si cruccia anche il leader Giuseppe Conte, commentando il risultato delle amministrative. “Evidentemente – ha aggiunto – non riusciamo a condividere le difficoltà delle famiglie e questo risponde al dato oggettivo che il M5s non riesce a stare sui territori”.

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