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Manager dal privato per Gtt, Lancione alla guida dei bus

Il sindaco Lo Russo pronto a dare le chiavi dell'azienda all'attuale direttrice di Bus Company. Per la presidenza si fa il nome di Fenoglio, ex numero uno di Cavourese. I sindacati storcono il naso e c'è chi parla di una "privatizzazione strisciante"

L’indiscrezione circola da giorni tra Palazzo civico e corso Turati, quartier generale di Gtt, l’azienda pubblica dei trasporti controllata dal Comune di Torino. Sarà Serena Lancione il nuovo amministratore delegato che entrerà in carica dopo l’approvazione del bilancio da parte dell’attuale board guidato dal presidente Paolo Golzio e dall’ad Giovanni Foti. Fonti dell’azienda e del Comune lo danno per certo, nonostante ci sia già chi storce il naso di fronte al profilo di un manager privato che al momento è alla guida di Bus Company, azienda potenzialmente concorrente di Gtt.

Classe 1978, due figli, Lancione è inoltre a capo di Anav Piemonte, l’organizzazione datoriale dell’autotrasporto dei viaggiatori che aderisce a Confindustria, e siede nei cda di Smat, Grandabus ed Extra.To. Ha mosso i suoi primi passi proprio nell’associazione imprenditoriale, seguendo i temi che poi sono diventati punti di forza della sua brillante carriera: le relazioni industriali e la gestione del personale. È conosciuta (e apprezzata) come una manager puntigliosa, grande esperta di contrattualistica anche se forse un po' a digiuno di gestione finanziaria e organizzativa. Una giovane donna testarda e preparata, in grado di sgomitare quel tanto necessario ad affermarsi e dare concretezza alle sue ambizioni. In questi anni ha saputo tessere una rete di importanti relazioni sociali, non disdegnando frequentazioni giuste con il mondo politico (trasversali, ma con inclinazioni verso il centrosinistra), fin dai tempi del liceo dov’è stata compagna di classe dell’ex sindaco Pd di Grugliasco Roberto Montà.

Il sindaco Stefano Lo Russo aveva pensato a lei quale city manager, prima che una serie di incomprensioni (e la capo di gabinetto Valentina Campana) scombinassero i piani. E in uno di questi colloqui sarebbe stato coinvolto anche Enrico Galleano, erede della famiglia padrona di Bus Company. A ulteriore testimonianza, se mai qualcuno nutrisse dubbi, del solido legame tra Lancione e i suoi titolari. Non stupisce, quindi, che tra i sindacati c’è chi teme una “privatizzazione strisciante” da parte di Gtt. Anzi, ad alimentare tali preoccupazioni ci sono le voci di un possibile incarico da presidente per Antonio Fenoglio, patron di Cavourese, azienda privata di trasporto, che recentemente ha ceduto la quota di maggioranza alla lombarda Autoguidovie, considerato molto vicino al deputato Pd Davide Gariglio, ex ad di Gtt e da sempre il politico più attivo (e influente) nel settore.

Resta l’incognita sui tempi per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Come detto, infatti, il nuovo cda diventerà operativo dopo l’approvazione del bilancio, che sancisce di fatto la scadenza del mandato degli attuali vertici. Per poter approvare il piano finanziario, però, si deve attendere dal Governo l’entità dei ristori che verranno riconosciuti all’azienda per i mancati incassi registrati lo scorso anno per via delle restrizioni. Il Ministero per la mobilità sostenibile fornirà l’ammontare nei prossimi giorni, ma precauzionalmente ha autorizzato le aziende a posticipare il via libera dei conti fino al 22 luglio. Dunque potrebbe volerci ancora un mese.

Insomma, Gtt per il momento resta sospesa in attesa del nuovo corso, mentre continuano a bruciare le ferite procurate dalle bravate di qualche figlio d’arte (il rampollo dell’ormai ex dg Gabriele Bonfanti non sarebbe stato l’unico ad abusare della posizione del padre) e il braccio di ferro concluso con un nulla di fatto tra i sindacati e Lo Russo, dopo la proposta del sindaco di far entrare un rappresentante dei lavoratori nel cda.

Proprio i sindacati vengono descritti parecchio infastiditi dall’atteggiamento del primo cittadino, soprattutto tra quanti (e non sono pochi) si erano speso per Lo Russo in campagna elettorale. Tra questi spicca il sindacalista certamente più influente in azienda, cioè il numero uno della Uil Antonio Mollica. Lui era pronto a fornire un nome per il cda, aderendo alla proposta del sindaco, ma si aspettava un aiuto per convincere le sigle più recalcitranti. Invece, dopo aver gettato il sasso, Lo Russo ha tirato via la mano, lasciando le organizzazioni dei lavoratori a cuocere nel loro brodo. Di certo i sindacati sono usciti ammaccati ma non è affatto detto che questo li renda più mansueti nei confronti del sindaco. Anzi.

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