UN CONTE A CAVOUR

La rimpatriata dei reduci che sognano il ritorno delle Province

Oltre quaranta ex consiglieri di Palazzo Cisterna si sono ritrovati ieri. Tra un bicchier di vino ed un caffè il ricordo dei tempi andati. Presente anche l'ultimo inquilino di Palazzo Cisterna, Saitta. E c'è chi alla fine era pronto all'ultima battaglia per un clamoroso ritorno al passato

Come i reduci di un impero che non c’è più. Si sono persi per un decennio e poi rivisti, attovagliati tutti insieme per una rimpatriata d’altri tempi. Al ristorante La Vià di Cavour, chez Piergiorgio Bertone, ex assessori e consiglieri della Provincia di Torino si sono dati appuntamento assieme all'ultimo loro presidente, Antonio Saitta, accompagnato, come da tradizione, dalla fedelissima Carlina Gatti. Un incontro che più trasversale non poteva essere: da destra a sinistra hanno trovato tutti La Via, appunto, per rivedere vecchi compagni e avversari di mille battaglie. E a nessuno è sfuggita quella coincidenza di trovarsi a Cavour al cospetto di un conte: non il celebre Camillo, piuttosto il vecchio Conte Mascetti della Cisterna, come Chiamparino soprannominò perfidamente Saitta per la sua propensione a sedersi ai tavoli istituzionali, chiedere investimenti senza avere mai i soldi per realizzarli. 

Tra gli oltre quaranta ex consiglieri che hanno accettato l’invito c’erano Fabrizio Bertot, oggi in Fratelli d’Italia e il deputato di Forza Italia Carlo Giacometto. E poi gli ex diessini Carlo Chiama, che fu assessore al Lavoro, e Sergio Bisacca, presidente del Consiglio, il suo predecessore di Rifondazione comunista Sergio Vallero, la pirotecnica Patrizia Borgarello, ex Lega, l’ultimo capogruppo del Pd Pino Sammartano, il canavesano Roberto Tentoni, il pinerolese Elvi Rossi e il valsusino Antonio Ferrentino, i grugliaschesi Angela Massaglia, Erika Faienza e Vincenzo Galati, il sindaco di Nichelino Giampietro Tolardo con il concittadino Angelo Auddino. Alla fine è arrivato anche il coordinatore regionale di FdI Fabrizio Comba.

Il locale, noto nella zona per cerimonie e matrimoni, è al civico 9 di via della Rimembranza, a due passi dal cimitero: insomma ideale per una serata amarcord. C'è stato chi alla vista della piscina s'è dispiaciuto di non aver portato il costume, mentre di fronte ai rimproveri del padrone di casa nei confronti delle maestranze c'è stato chi, come il comunista Vincenzo Chieppa, ha alzato entrambi i sopraccigli, quasi pronto a presentare un'interrogazione all'ex assessore.

Così, tra un bicchier di vino ed un caffè, l’incontro conviviale si è trasformato in un vero e proprio dibattito politico in cui tutti i presenti si sono ritrovati d’accordo su quanto erano belli i tempi andati. Quelli cioè in cui i presidenti delle province venivano eletti direttamente, questi enti intermedi avevano competenze chiare e budget ben determinati, “altro che il caos di adesso, signora mia”. Persino Silvia Fregolent, renzianissima deputata di Italia Viva, che proprio in Provincia è stata capogruppo del Pd prima di essere promossa a Montecitorio, non s’è opposta troppo agli interventi che hanno bollato come un flagello la riforma Delrio (che in via Maria Vittoria ben presto avevano ribattezzato Delirio).

A un certo punto sembrava addirittura che qualcuno, sull'onda dell'entusiasmo dovuto forse anche a qualche bicchiere di troppo, fosse pronto a intraprendere un'azione politica. Chissà questa mattina al risveglio. 

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