ECONOMIA DOMESTICA

Superbonus, soldi finiti: 50mila imprese a rischio

"È tutto bloccato, serve una decisione immediata", denuncia Confartigianato che chiede alle banche di trovare una soluzione per consentire di monetizzare i crediti fiscali. Una misura che ha prodotto solo in Piemonte quasi 2 miliardi di investimenti

Il credito del superbonus è esaurito e oltre 50 mila imprese del Piemonte che lavorano nel settore casa sono vicine al fallimento. A lanciare l’allarme è Confartigianato di Torino che sottolinea come “fino a novembre, quando il meccanismo della cessione del credito funzionava, si contrattualizzava il lavoro, poi si caricava il credito nelle piattaforme e si vendeva. Da un momento all’altro il meccanismo si è fermato”. Per questa ragione, spiega Chiara Ferraris, l’organizzazione datoriale “continua a battersi per la piena, reale ed efficace operatività del superbonus e degli altri incentivi del settore. E, dopo le denunce sulla stampa e negli incontri parlamentari, Confartigianato ha scritto all’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, chiedendo di trovare soluzioni condivise tra istituti di credito e mondo delle imprese. Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni mille famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro il monte di investimenti (6,8% del totale Italia).

«Dobbiamo disinnescare la “bomba” delle diverse centinaia di milioni di euro stimati (su 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione in Piemonte a fine aprile 2022) di crediti fiscali delle imprese che, qui in regione, hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non sono ancora riuscite a monetizzarli attraverso una cessione», spiega Ferraris, un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese. «Il clima che respiriamo – conclude la responsabile del settore edilizio di Confartigianato – testimonia una crescente tensione nei rapporti tra banche e mondo delle imprese, che si vedono ormai costantemente negata la disponibilità all’acquisto dei crediti da parte di pressoché tutti gli Istituti. Una situazione che ha bloccato il settore e centinaia e centinaia di milioni di euro già preventivati per ristrutturare il patrimonio immobiliare. Prudenza, scrupolosità e incertezza negli investimenti sono così apparse in un settore che stava trascinando il Piemonte e l’Italia fuori dalle drammatiche conseguenze della pandemia. I continui e repentini cambiamenti nell’impianto normativo della cessione del credito per i bonus edilizia hanno bloccato tutto, preventivi, progetti e speranze di migliaia di imprenditori del settore. Serve il contributo di tutti per riportare serenità e prospettive per un comparto, quello dalla casa, che oltre ad essere trainante anima in particolare il mercato interno».

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