POLITICA & SANITÀ

Speranza annuncia tanti soldi, ma non scuce i milioni Covid

Il ministro sul Pnrr: "Possiamo investire risorse senza precedenti". Dal Piemonte Icardi replica: "Siamo contenti, però aspettiamo ancora i 350 milioni per compensare le spese della pandemia". Allarme da corso Regina: "Senza quei fondi, inevitabili tagli sull'assistenza"

“La mancanza di finanziamenti, oltre ad impedire le attività di programmazione, condurrà le Regioni a tagli nell’assistenza molto importanti”. Potesse appiccicare un post-it sul frigorifero del ministro della Salute, Luigi Icardi ci scriverebbe bella in grande una cifra: 350 milioni. 

Se Roberto Speranza pensava di cavarsela con un entusiastico post su Facebook cui affidare il saluto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull’assistenza domiciliare a completamento del Pnrr Sanità, annunciando che “ora possiamo investire risorse senza precedenti per rafforzare il nostro servizio sanitario nazionale”, dal Piemonte gli arriva un deciso promemoria. 

Eh sì, perché festeggiare l’avvio del Pnrr è gran cosa, annunciare quelle risorse economiche “senza precedenti” non può che trovare tutti d’accordo nel battimani, epperò resta quel credito che il Piemonte (così come altre regioni) reclama da tempo al ministro, senza fino ad ora aver ottenuto concreta risposta. Insomma, quei soldi promessi per compensare le spese sostenute nei due anni di emergenza Covid e arrivati solo in minima parte. 

“In due anni e mezzo – ricorda il ministro – il fondo nazionale è passato da 114 miliardi a 124, 10 miliardi in più in neanche tre anni, quando prima l’incremento era di uno all’anno. Il mio impegno è di ottenerne ulteriori 3 miliardi nel 2023 e nel 2024” e riferendosi al Pnrr rimarca quei “venti milioni di euro come base per una fase nuova nell’assistenza domiciliare e territoriale per la sanità digitale e le infrastrutture”.
Una pioggia di soldi annunciata, cui fa da contraltare altro denaro anch’esso annunciato, ma non ancora visto. Tanto che Icardi torna su una questione che si trascina ormai da mesi. Da corso Regina si rimarca come manchino, per l’anno in corso non solo (si fa per dire) le risorse destinate al Covid, ma anche quelle per la piena ripresa delle attività ordinarie. 

Se a livello nazionale servono non meno di altri 4 miliardi si fa presto a capire come il Piemonte necessiti qualcosa come più di 300 milioni, suppergiù la stessa cifra che sia attende ancora per “rimborsare”, in parte, quanto speso per il Covid. Denaro che sarà cruciale per evitare di chiudere il 2023 con il più che concreto rischio di un ritorno al piano di rientro, quel commissariamento della sanità regionale da parte del Mef che il Piemonte, purtroppo, conosce bene e ne ha un ancor fresco ricordo conservandone profonde cicatrici, incominciando da quei pesanti tagli sui servizi sanitari che hanno avuto ulteriori pesanti ripercussioni nel corso della pandemia.

Difficile pensare, nella situazione attuale senza l’arrivo dei soldi per il Covid e l’indispensabile incremento di cui parla Icardi, che le Asl possano chiudere i bilanci di quest’anno in pareggio come fatto, per il rotto della cuffia, con i conti del 2021. Proprio sui bilanci dell’anno scorso e il dubbio circa la riduzione del deficit attuata anche in maniera discutibile è aperta la questione sollevata dal sindacato degli infermieri Nursind con la richiesta di un rendiconto puntuale dell’impiego dei fondi assegnati alle aziende sanitarie per assumere personale, oltre a quello previsto dal turn over.

Il non infondato sospetto del sindacato è che non pochi vertici delle Asl abbiano lesinato sui nuovi contratti per tenere in cassa un bel po’ di soldi, utili a contribuire a colmare i buchi del 2021. Dell’altro giorno la lettera del direttore regionale Mario Minola con cui si annuncia che i dati non verranno forniti dalle singole aziende, come chiesto da Nursind, bensì dagli uffici di corso Regina. E sempre da lì, nel giorno in cui Speranza esulta, Icardi avverte: “Se questo – ovvero la pesante riduzione dei servizi a causa della mancanza di risorse –  è veramente quanto deve accadere, è ora di spiegarlo bene ai cittadini”.

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