SPECIALE ELEZIONI

Ballottaggi al maschile, elette solo tre sindache

Ridotta al lumicino la rappresentanza rosa nei 26 capoluoghi al voto. Manassero a Cuneo, Tarasconi a Piacenza e Frontini a Viterbo: sono le uniche prime cittadine uscite vittoriose. A livello nazionale solo il 15% dei vertici è donna

Al termine della tornata elettorale si contano appena tre sindaci donne sui 26 capoluoghi andati alle urne. E tutte, peraltro, sono state votate al ballottaggio dopo lo zero messo a referto nel primo turno. In totale erano 15 le candidate a primo cittadino, contro circa una sessantina di concorrenti uomini, con un rapporto impietoso di uno a quattro. Le tre moschettiere che sono riuscite a colorare di rosa i rispettivi municipi sono Patrizia Manassero a Cuneo, Katia Tarasconi a Piacenza e Chiara Frontini a Viterbo. Nel capoluogo piemontese la candidata del centrosinistra diventa la prima sindaca della storia del comune, dopo la netta vittoria al ballottaggio su Franco Civallero del centrodestra. “Un tetto di cristallo è stato rotto”, il commento dell’ex parlamentare, 61 anni e cuneese doc, che ha conquistato il 63,3% dei consensi.

A Piacenza, invece, Tarasconi, sostenuta dalla coalizione di centrosinistra, ha avuto la meglio su un’altra donna, la prima cittadina uscente e candidata del centrodestra Patrizia Barbieri, con il 53,4% delle preferenze. Cresciuta tra il capoluogo emiliano e gli Stati Uniti, la neo-sindaca è stata assessore comunale nella precedente giunta di centrosinistra poi, alle regionali del 2020, è entrata in Consiglio regionale. Ballottaggio tutto al femminile anche a Viterbo dove a spuntarla è stata la civica Chiara Frontini che ha surclassato la candidata del centrosinistra, e assessora della giunta Zingaretti, Alessandra Troncarelli con il 65% dei voti. La consigliera uscente ex di Alleanza Nazionale – sostenuta da sei liste tra cui IoApro assieme a Rinascimento di Vittorio Sgarbi – diventa così la prima sindaca nella storia del capoluogo laziale.

Le uniche altre candidate sindaco che erano riuscite a raggiungere il ballottaggio nelle città capoluogo ma che non sono riuscite a vincere sono Santa Scommegna a Barletta, Barbara Minghetti a Como e Laura Fasiolo a Gorizia, tutte e tre del centrosinistra. In base ai dati forniti dall’Anci, le sindache in Italia sono circa il 15% del totale degli amministratori dei Comuni. Le donne che coprono il ruolo di vicesindaco si attestano al 28%, i presidenti di Consiglio comunale il 32%, le consigliere comunali il 34% e le assessore comunali il 43%. Una percentuale più alta legata anche al fatto che c’è una norma che prevede all’interno delle giunte comunali un 40% almeno di donne.

Dall’analisi geografica delle amministrazioni guidate da donne emerge che in prevalenza sono comuni del Nord (in particolare in Emilia Romagna), meno nel Mezzogiorno e sono spesso realtà piccole, sotto i 2 mila abitanti. In generale le amministrazioni che dal 1988 al 2018 sono stati guidati almeno una volta da una donna sindaca sono 2.720.

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