POTERI FORTI

La concordia si fa a tavola: asse Cirio-Lo Russo in Crt

Gabinetto di guerra al ristorante La Mina tra governatore e sindaco. Piatto principale il rinnovo della fondazione di via XX Settembre. Entrambi non escludono la riconferma di Quaglia "ma dovrà essere una nostra scelta". Meglio non avere Palenzona tra i piedi

Un pranzo in gran segreto e lontani da occhi indiscreti: Stefano Lo Russo e Alberto Cirio si sono visti oggi per un faccia a faccia che, a partire dal ristorante scelto, ha assunto i connotati di un gabinetto di guerra. Sul tavolo  il summit di fine mese con i vertici di Stellantis, ma il piatto forte sono state le fondazioni bancarie. E forse non è un caso che il locale in cui si sono attovagliati si chiamasse La Mina, come quella che starebbero per piazzare sotto le terga dei mammasantissima di via XX Settembre. Si fa anche a tavola la concordia istituzionale, a due passi dal grattacielo che dal prossimo ottobre diventerà la sede unica della Regione Piemonte, ma anche dallo storico ex quartier generale della Fiat.

Troppo importante la partita che riguarda gli assetti di Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo, dove entrambi sono ancora fuori dai giochi. Il sindaco è arrivato dopo l’ultimo giro di nomine, il governatore, invece, è stato beffato dal presidente Giovanni Quaglia che, a fronte di una terna espressa dal Consiglio regionale, ha deciso di pescare dal mazzo Alessandria Siviero, il nome espresso dal centrosinistra, lasciando fuori l’ex pm Antonio Rinaudo su cui puntava il governatore. Così come Cirio ha dovuto subire la promozione nel cda di Anna Maria Di Mascio, in quota Regione ma indicata dalla precedente amministrazione di centrosinistra, quella del suo predecessore Sergio Chiamparino. A Lo Russo era arrivato lo scorso novembre l’invito a esprimere un nome per uno degli ultimi posti rimasti vacanti nel Consiglio di indirizzo: una sorta di “contentino” dopo essere stato completamente tagliato fuori dalle scelte ben più pesanti del cda.

Insomma, entrambi hanno di che dolersi dei comportamenti dei vertici della Crt, ma ora hanno deciso di passare al contrattacco. Le istituzioni vanno rispettate – è la posizione comune –. Nessuna ingerenza dei partiti ma allo stesso tempo nessuna cambiale in bianco a centri di potere autoreferenziali, che perpetuano consorterie e interessi attraverso il meccanismo incestuoso delle cooptazioni. Ora è il turno della Crt, poi toccherà pensare anche alla Compagnia di San Paolo dove l’onnipotente Carlo Messina sta nei fatti sovvertendo, con la proattiva complicità di Francesco Profumo, i rapporti tra la banca e chi ne detiene parte delle quote, portando il ceo a scegliersi il presidente del suo primo azionista.

Lo Russo e Cirio hanno condiviso una linea comune di azione che prevede una consultazione preventiva di fronte a ogni decisione strategica. Per quanto riguarda la scadenza più imminente non c’è una preclusione sul rinnovo di Quaglia, che punta a non conteggiare il primo mandato quando subentrò ad Antonio Maria Marocco, tuttavia lasciano trapelare che stanno valutando anche ipotesi alternative. Al momento, la conferma del vecchio notabile della Dc cuneese è quella che porta con sé meno insidie, mentre un eventuale approdo di Fabrizio Palenzona in via XX Settembre è visto come un pericolo che nessuno dei due vuole correre. Entrambi sanno, infatti, che con il camionista di Tortona non toccherebbero biglia e allora Quaglia potrebbe essere il male minore. Una cosa deve essere chiara, però: la sua eventuale riconferma dovrà essere una scelta deliberata e non una presa d’atto.

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