SANITÀ ALLO SBANDO

"Ospedali nelle mani delle coop", sempre più medici gettonisti

Dilaga il ricorso a professionisti esterni non solo nei Pronto Soccorso, ma anche in molti reparti. Costi altissimi, dottori che cambiano in continuazione, nessuna valutazione della preparazione da parte delle aziende. Il caso dell'Asl Cuneo1. La denuncia di Anaao

La sanità “a gettone” si allarga. Dai Pronto Soccorso dove da un bel po’ di tempo sono sempre più i medici “gettonisti”, ovvero professionisti esterni pagati ad ore, a coprire i turni il ricorso alle cooperative si va allargando rapidamente e in maniera massiccia agli altri reparti. E questo accade in molti ospedali del Piemonte, come denuncia il sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed. 

Una “occupazione silenziosa”, quella delle cooperative, per Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato. Come nell caso dell’Asl Cuneo 1 che in questi giorni ha aperto una gara “per l’affidamento esterno delle guardie specialistiche presso i propri presidi ospedalieri, per un periodo di dodici mesi e una spesa di circa 26 milioni”, Entrando nei dettagli del piano osserva come questo preveda 6 lotti che interessano numerosi specialità cliniche: si va dalla Neurologia all’Anestesia. Poi ci sono i Pronto Soccorso dei tre ospedali. Medici delle cooperative anche per Ostetricia e Ginecologia, camici bianchi delle cooperative copriranno anche i turni di notte a Savigliano, Mondovì e Fossano. Le guardie vengono remunerate circa 100 euro all’ora e il 25% della cifra va alla cooperativa, mentre l’indennità (aggiuntiva allo stipendio) per i medici dipendenti che fanno lo stesso servizio è di 120 euro per tutte le 12 ore. 

“Subappaltare il servizio ad una cooperativa non garantisce continuità visto che i medici sono cottimisti a gettone e cambiano spesso, inoltre – osserva Rivetti – le loro competenze non vengono valutate dall’azienda in occasione un concorso pubblico, come succede invece per i dipendenti”. Gli aspetti negativi di questo sistema non finiscono qui: “Questi professionisti non non sono inseriti nell’equipe, non contribuiscono a creare un gruppo di lavoro da motivare, formare, far crescere. L’azienda non investe nella loro formazione perché non sono dei dipendenti”. Per Anaao “il fatto che un’Asl, come accade alla Cuneo1,  esternalizzi ben 5 servizi alle cooperative fotografa la gravissima crisi in cui versano gli ospedali piemontesi: i medici sono troppo pochi, i concorsi per assumere vanno deserti, il lavoro aumenta sempre di più e la frustrazione pure. Esternalizzati oss, esternalizzati infermieri, esternalizzati servizi amministrativi, ora esternalizzati medici. Gli ospedali rimangono contenitori pieni solo più di apicali, alti vertici, direttori. Tutti capi sempre più solo di sé stessi e dei muri che li circondano”.

Di fronte a quel che sta succedendo – quello dell’Asl Cuneo 1 è forse il caso più eclatante – in sempre più ospedali della regione Rivetti ricorre a una metafora: “La rana buttata nell’acqua bollente fa uno scatto e salta fuori, ma se messa nell’acqua tiepida è tranquilla. 
Poi la temperatura progressivamente sale, la rana la trova via via sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce semplicemente morta bollita. Ecco questo è quel che sta succedendo con la privatizzazione dei servizi ospedalieri in Piemonte. C’è puzza di rana morta e la rana è il sistema sanitario”.

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