PALAZZI ROMANI

Draghi si dimette, Mattarella lo stoppa

Davanti ai ministri il premier annuncia la sua decisione. "Da parte mia c'è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, ma non è stato sufficiente". Altolà del Quirinale che lo rispedisce in Parlamento

Mario Draghi rassegna le dimissioni, ma dal Quirinale arriva la doccia fredda: per il momento Sergio Mattarella non le accoglie. Passano meno di due ore tra l'annuncio del premier al Consiglio dei ministri e l'altolà pronunciato dal Colle. Sono da poco passate le 18 quando Draghi annuncia ai suoi ministri che “è venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c'è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche .Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente”. Draghi ricorda che “dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”. Draghi ha infine ringraziato la sua squadra “per i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani”.

Il governo sembra al capolinea, ma mentre da alcuni dei principali leader della coalizione che sosteneva l'ex numero uno della Bce arrivano appelli a restare in sella (Matteo Renzi: "Ora lavoriamo a un Draghi bis"), dal Quirinale arriva la doccia gelata. Mattarella “ha invitato” il premier “a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato”. Insomma, Mattarella vuole una parlamentarizzazione della crisi e a questo punto la data da segnare sul calendario è mercoledì 20 luglio quando sono previste le comunicazioni di Draghi a deputati e senatori. Tutto, dunque, può ancora accadere, la sensazione è che il Colle farà di tutto per arrivare alla fine naturale della legislatura.

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