VERSO IL VOTO

L'ex grillina Castelli investita dalla Tav

Il guanto di sfida del madaMino Giachino: candidati contro di me nel collegio della Valsusa. E ora che la viceministra dimaiana sta trattando la rielezione col Pd il berluscones attacca: "La coerenza non sarà più una virtù, ma a tutto c'è un limite". Nessun problema per lo scranno

Dovrebbe passare (anche) sulla linea ad alta velocità la conversione “moderata” dei grillini che hanno seguito Luigi Di Maio nella scissione dal M5s. Così come hanno abiurato a tanti principi e valori fondativi dovrebbero ora fare un ultimo sforzo e sconfessare l’ostracismo alla Torino-Lione. A partire dalla viceministra Laura Castelli, che attraverso la neonata formazione “Impegno civico” nata dall’incontro tra il ministro degli Esteri e il democristiano di lungo corso Bruno Tabacci, pare stia trattando la candidatura in alleanza con il Pd. E così la Tav, dopo gli scontri del fine settimana in Val Susa, entra nel dibattito politico in vista delle elezioni del 25 settembre.

A lanciare la provocazione è il madaMino Giachino, animatore con le desaparecidas madamine delle piazze Sì Tav. “In questa legislatura la Tav ha rischiato di saltare grazie ai 5 Stelle. Nei cinque anni di governo, da quello gialloverde a quello giallorosso e infine in quest’ultimo, malgrado le nostre grandi manifestazioni e il voto del Senato del 7 agosto 2019 la Tav è stata fermata e rallentata, così la Gronda, opera fondamentale per il funzionamento del porto di Genova. E la Castelli, grillina che è stata in tre governi, uno diversissimo dall’altro, cerca un posto sicuro nel Pd?”, scrive in una nota l’ex sottosegretario ai Trasporti dell’ultimo governo Berlusconi, commentando le indiscrezioni di stampa che vorrebbero la grillina pentita a caccia di un collegio sicuro per ottenere la rielezione.

“Sfido la Castelli nel Collegio Uninominale contendibile che comprende la Val Susa e Collegno, il Comune dove vive – conclude Giachino –. Vero che qualcuno diceva che la coerenza non è una virtù, ma a tutto c’è un limite. Se la Tav fosse stata ultimata l’economia torinese e nazionale andrebbe meglio e ci sarebbe meno inquinamento grazie al trasferimento del trasporto merci e passeggeri dalla strada alla rotaia”.

print_icon