SANITÀ

Ospedale di Cuneo, Inail addio: lo costruirà un gruppo privato

Proposta di partenariato pubblico-privato presentata dalla holding della famiglia Dogliani (la stessa che è in lizza per il Parco della Salute). Come già a Novara sfuma l'ipotesi di affidarsi all'ente pubblico. Summit in corso Regina, Icardi incontra la sindaca Manassero

Sarà un privato e non, come ipotizzato e annunciato da tempo, l’Inail a costruire il nuovo ospedale di Cuneo. Lo farà con la modalità del partenariato pubblico-privato, introitando dall’Aso della Granda un canone annuale che non comprende solo le spese di progettazione e realizzazione, ma anche una parte di quelle di gestione come nel caso dell’approvvigionamento energetico. Le probabilità che sia questa la strada, deviando da quella iniziale ipotizzata con l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, sono prossime alla certezza.

Un paio di mesi addietro l’azienda ospedaliera diretta da Elide Azzan aveva ricevuto la proposta di un partenariato pubblico-privato da parte della Inc, società del gruppo Fininc, impresa di costruzioni della famiglia Dogliani. Nello stesso periodo, da quando si è incominciato a entrare nel vivo della questione e dopo la scelta del sito dove costruire il futuro nosocomio, si continua a dare pressoché per scontata la soluzione indicata dalla Regione, ovvero quella esplicitata a gennaio dall’assessore Luigi Icardi in risposta alle polemiche circa la mancanza di risorse finanziarie: “I soldi ci sono – aveva detto – e sono 310 milioni dell’Inail per Cuneo”. Poi una postilla, cui pochi avevano prestato attenzione, ma che adesso suona in qualche modo anticipatrice di quel che sta accadendo: “ma – aveva aggiunto il responsabile della sanità piemontese – teniamo aperte anche altre strade di finanziamento per trovare le fonti che garantiscano più rapidità di azione”. Un po’ di mesi dopo ecco arrivare all’Aso la proposta del gruppo Dogliani.

Una coincidenza? Di certo holding come quella che ha forti interessi anche nelle concessioni autostradali, ma che soprattutto è tra i due gruppi rimasti in lizza per la realizzazione del Parco della Salute di Torino, non si muovono e soprattutto non si impegnano a casaccio in progetti onerosi e complessi. Le difficoltà e soprattutto le lentezze dei procedimenti che segnano l’iter della realizzazione di un grande ospedale da parte dell’Inail sono note a tutti, figurarsi a chi è, come si dice, addetto ai lavori. Lo stesso Icardi, ventilando la possibilità di percorrere strade alternative, aveva proprio fatto riferimento alla garanzia di “una rapidità di azione”. Rapido è stato il colosso delle costruzioni a farsi avanti, magari anticipando altri in quella proposta che se accolta aprirebbe la strada a una gara semplificata in cui il proponente del Ppp conserva il diritto di prelazione nel caso altri partecipanti al bando facessero un’offerta più vantaggiosa.

Tutto avviene nel più assoluto silenzio, mentre la politica e le amministrazioni locali ancora sono ferme all’ipotesi Inail, prospettata dalla Regione per la costruzione della nuova struttura destinata a sostituire il Santa Croce e Chiarle. Tra i navigatori di lungo corso della politica cuneese più d’uno spiega di non aver mai preso come oro colato l’indicazione di Icardi sull’Inail, vedendo anzi nelle intenzioni dell’assessore proprio la soluzione del Ppp come quella in grado di abbreviare i tempi, anche se aumentando i costi. Non si hanno notizie dei dati della proposta, ma rumors degli ambienti vicino all’Aso parlano di un canone molto alto, considerato tale anche tenendo conto dei costi energetici e della loro difficile previsione di ulteriori rincari negli anni a venire. 

Il silenzio avvolge per settimane l’offerta del gruppo Dogliani, ma l’iter intanto procede. Ricevuta dall’Aso la comunicazione circa la proposta del Ppp, la Regione investe come previsto l’Ires (l’Istituto regionale di ricerche economiche e sociali) per una valutazione sull’utilità pubblica del progetto e dall’Ires, come ampiamente prevedibile, arriva il parere positivo. L’altro giorno, di buon mattino, in corso Regina Margherita c’è stato un summit dei dirigenti dell’assessorato a partire dal direttore regionale Mario Minola a scendere, proprio sulla questione del Ppp per l’ospedale di Cuneo, a testimonianza di come tutto propenda per l’imbocco deciso di questa strada. Ieri nel tardo pomeriggio Icardi ha incontrato la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero e, a quanto risulta, l’argomento è stato proprio il progetto e il suo iter. Di più non è, al momento, dato sapere. Si sa, invece, che gli uffici dell’Aso sono sotto pressione per completare il lavoro di valutazione (cui seguirà quella del ministero) con una scadenza che sarebbe molto ravvicinata, appena dopo ferragosto. “Vorrei vedere iniziato il cantiere entro i due anni che oggi mi separano dalla fine del mandato”, aveva detto qualche settimana fa l’assessore intervenendo a un convegno annunciando, tra le righe, il progetto che era già da un po’ di tempo sul tavolo dell’Aso e pure sul suo.

A presentarlo, un grande gruppo che più volte ha lasciato trasparire l’intenzione di abbandonare il dialogo competitivo per costruire il Parco della Salute di Torino, lamentando l’insostenibilità dei costi a fronte dei rincari. Sarà anche per questo che, secondo quel che trapela, i canoni previsti per il Ppp di Cuneo sarebbero decisamente onerosi? Nell’attesa di saperne di più, appare sempre più evidente come la strada che porta verso l’Inail, dopo essere stata indicata quasi come una panacea e poi abbandonata nel caso della Città della Salute di Novara, si prepara ad analogo destino pure per Cuneo. Capiterà anche per altri futuri ospedali inseriti nell’elenco di quelli da realizzare contando sulle risorse dell’istituto, dalle casse ben fornite, ma con procedure lunghe, farraginose e dall’esito poi non così certo?

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