VERSO IL VOTO

Forza Italia ai minimi termini,
posti sicuri solo alla trimurti

Zangrillo si piazza capolista al Senato su Piemonte 2 mentre prova a blindare i suoi due scherani: il biellese Pella nel collegio della Valsusa e il torinese Rosso ad Asti. Ma il sornione Pichetto potrebbe mandargli all'aria i piani. Il quadro nella Lega

L’hanno già ribattezzato il Trio Lescano. Ma è un’ironia amara quella che dalle parti di Forza Italia accompagna il risultato, pur attuale e parziale, delle trattative del numero uno dei berluscones piemontesi Paolo Zangrillo per l’assegnazione dei posti considerati blindati. Il coordinatore regionale del partito di Silvio Berlusconi, si sarebbe garantito la posizione di capolista al Senato nel Piemonte2, ma avrebbe anche garantito il ritorno in Parlamento dei suoi dioscuri, nonché vice nella conduzione del partito piemontese. Roberto Rosso, nei fatti il suo portaborese, passa da Montecitorio a Palazzo Madama con il suo posizionamento, garantita dal blu scuro nella geografia previsionale, nel collegio uninominale di Asti e Alessandria, quel Monferrato in cui il parlamentare torinese avrebbe scoperto antiche origini, a Frinco d’Asti utili a spiegare un altrimenti difficilmente comprensibile calata in quella parte della regione per accompagnare il “capo” al Senato. 

L’altro componente del terzetto, il biellese Roberto Pella, anch’egli parlamentare uscente, è nuovamente destinato a Montecitorio con i voti che raccoglierà non nella sua terra dove in passato è stato sindaco di Valdengo, bensì nel collegio uninominale di Moncalieri-Pinerolo e Val Susa, dove il “foresto” potrebbe trovare qualche difficoltà nel più che probabile scontro con la collega deputata ed ex compagna di partito Daniela Ruffino, oggi una delle figure di punta di Azione in Piemonte e radicatissima in quel territorio.

Un’occupazione strategica dei posti ritenuti blindati, tra quelli assegnati a Forza Italia, nella spartizione con Fratelli d’Italia e Lega seguendo sostanzialmente lo schema del 4-4-2, con il partito di Matteo Salvini che ha aumentato la sua quota rispetto alle prospettive iniziali, in virtù di un maggior peso al Nord e minore al Sud dove viene concesso qualcosa in più a FdI. 

Nei suoi piani, tuttavia, sembra che Zangrillo abbia fatto i conti senza l’oste che nella fattispecie ha il nome di Gilberto Pichetto, viceministro e figura in grado di trattare direttamente con i vertici del partito (e con la famiglia), cosa che risulta stia già facendo, contando non solo sulla solida e antica amicizia con Berlusconi, ma anche sul deciso sostegno della capogruppo Annamaria Bernini

Tutto il resto sono nomi che circolano, uscenti che sperano di tornare, posizioni che potrebbero avere qualche chance in più con l’abbandono del campo piddino da parte di Carlo Calenda con la conseguenza di tingere di blu quel che fino a pochi giorni fa era di un azzurro pallido.

Sul versante della Lega e sempre dovendo fare i conti con la spartizione in cui i Fratelli la fanno da padroni, il capogruppo Riccardo Molinari torna alla Camera (con la prospettiva non poi così remota di presiederla) presentandosi nella sua Alessandria sia nell’uninominale, sia capolista nel proporzionale. Oltre a quello mandrogno, per la Lega sono collegi sicuri quelli di Novara e Ivrea. Un poco meno sicuro, ma assai appetibile e pure questo assegnato alla Lega il collegio Torino3 di Collegno. La Lega prende anche il collegio maggioritario per il Senato di Cuneo e quello di Torino città.

L’unica certezza circa la collocazione nei collegi in casa leghista ad oggi è quella di Molinari, per il resto i giochi ancora aperti e tali resteranno almeno fino all’incontro convocato da Matteo Salvini con i due capigruppo, Massimiliano Romeo e lo stesso Molinari, per fare le pagelle degli uscenti e deciderne le collocazioni. Il leader è dato oggi e domani in Toscana con una probabile presenza al Palio di Siena, poi una toccata in Sardegna ma già sabato sarebbe di rientro a Roma. Il tempo stringe. Per quanto riguarda il Piemonte quasi tutti gli uscenti sembrano destinati alla ricandidatura, eccetto chi come la deputata e già senatrice di Tortona Rossana Boldi ha annunciato, con una certa lungimiranza, la sua rinuncia.

Tra i più sicuri: Alberto GusmeroliAlessandro BenvenutoElena Maccanti, Alessandro Giglio VignaAndrea Giaccone, con la possibile new entry nelle fila piemontesi Laura Ravetto. E la deputata peperina potrebbe non essere l’unica “forestiera” a trovare ospitalità nel Carroccio piemontese: nelle ultime ore gira pure il nome del senatore genovese e lombardo di residenza Armando Siri, il suggeritore di Salvini nelle materie fiscali (sua l’idea della flat tax) costretto a lasciare anzitempo la poltrona di sottosegretario ai trasporti nel governo gialloverde perché coinvolto in un’inchiesta per corruzione).

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