ECONOMIA DOMESTICA

Burocrazia e code agli sportelli, ogni anno si perdono 238 ore

Confartigianato ha misurato l'impatto delle inefficienze della pubblica amministrazione sulle imprese. L'innovazione tecnologica non sembra aver migliorato i servizi e gli italiani passano più tempo con le scartoffie rispetto a dieci anni fa. Appello alla politica

Gli italiani passano più tempo oggi in coda agli sportelli dei servizi della pubblica amministrazione rispetto a dieci anni fa. A rivelarlo è Confartigianato, secondo cui “l’innovazione tecnologica non sembra aver migliorato la burocrazia”. L'Italia, aggiunge l’organizzazione, è tra i peggiori Paesi d'Europa.L’organizzazione della piccola e media impresa ha misurato l’impatto delle inefficienze della pubblica amministrazione sulle attività produttive e ha rilanciato il tema nell’agenda delle priorità che ha proposto alla politica in vista del voto del 25 settembre. Secondo la confederazione, il tempo perso da pmi e artigiani per gli adempimenti fiscali è di 238 ore l’anno, 10 giorni.

“Siamo sempre alle prese con cavilli, file agli sportelli, complicazioni che rubano tempo agli imprenditori soltanto per occuparsi degli adempimenti fiscali”, dice Confartigianato. E ancora: “Nel 2022 l’Italia è al ventiquattresimo posto tra i Paesi dell’Unione europea per il grado di soddisfazione dei cittadini verso i servizi pubblici. Siamo fanalino di coda con Romania, Bulgaria e Grecia. Ma scivoliamo addirittura al ventiseiesimo posto, preceduti soltanto dalla Grecia, per la fiducia che i nostri connazionali ripongono nella Pa”.

Il report evidenzia che sulla bassa qualità dei servizi influisce uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali: solo il 28% delle amministrazioni locali consente agli utenti di completare online le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. Una quota che sale al 35% nel Centro-Nord, mentre crolla al 13% nel Mezzogiorno. E i tempi di attesa in fila negli uffici pubblici si allungano, con l’innovazione tecnologica che non sembra aver migliorato la burocrazia. “Nel pieno della transizione digitale aumentano le difficoltà di relazione con gli uffici pubblici. La quota di cittadini in coda per oltre 20 minuti agli sportelli dell’anagrafe dei Comuni è del 28,4%, 11 punti in più rispetto al 17,4% di dieci anni prima. E anche in questo caso ad attendere più a lungo sono i residenti nel Mezzogiorno, con una quota del 31,8% in fila per più di 20 minuti per espletare pratiche all’anagrafe”.

Confartigianato sottolinea come “le cose non sono migliorate durante la pandemia. Il 31,6% dei cittadini che da maggio 2020 a gennaio 2022 si sono rivolti a un ufficio pubblico, pari a circa 6,3 milioni di persone, ha espresso insoddisfazione o ha constatato un peggioramento della qualità dei servizi offerti dalla Pa, sia a causa del ritardo nell’erogazione di servizi online (indicato dal 73,6%) sia dell'impreparazione del personale nella gestione di questi servizi (77%)”. “A giudizio di un terzo degli utenti – continua Confartigianato – i problemi di inefficienza c’erano anche prima dell’adozione del lavoro a distanza, mentre per gli altri due terzi lo smart working ha influito negativamente”. Da qui l’appello indirizzato ai partitiper chiedere che questi problemi di burocrazia entrino nei programmi elettorali e se ne discuta. “Una Pa efficiente, capace di stare al passo con gli imprenditori, è una delle priorità che abbiamo indicato nel nostro Manifesto alle forze politiche che si candidano a guidare il Paese. È fondamentale per favorire lo svolgimento delle attività economiche ed essere attrattivi anche per gli investitori”, ha detto il presidente Marco Granelli. “Le risorse messe in campo dal Pnrr – ha detto ancora l’esponente della confederazione – sono una occasione da non perdere per le necessarie riforme di semplificazione e per costruire un sistema improntato all'affermazione concreta della sussidiarietà nelle relazioni della Pa con le imprese e i cittadini. Digitalizzazione, interoperabilità e standardizzazione delle procedure sono gli ingredienti fondamentali per una vera innovazione della Pubblica amministrazione”.

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