Il Centro, Renzi e i cattolici popolari

Il “terzo polo” centrista, moderato e riformista può essere la vera novità della prossima campagna elettorale. Una novità che è carica di politica, di cultura politica e, soprattutto, di prospettiva politica. E le note capacità politiche ed organizzative di Matteo Renzi nel condurre le campagne elettorali sono un ulteriore elemento che possono rafforzare le quotazioni di questo luogo politico. Del resto, è indubbio che i due schieramenti principali sono viziati al proprio interno da evidenti e persin plateali contraddizioni politiche.

Sul fronte del centrosinistra è inutile soffermarsi perché quando all’interno della stessa alleanza convivono il diavolo e l’acqua santa si tratta di una coalizione unita da un solo collante: la distribuzione del potere interno – come sta puntualmente capitando – e, nello specifico, da una profonda avversione, se non addirittura accompagnata da una singolare violenza distruttiva, nei confronti dell’avversario/nemico. Un nemico da abbattere in nome dell’eterno e mai sopito antifascismo, sovversivismo e via discorrendo. Vabbè, un disco rotto che ormai conosciamo da oltre mezzo secolo quando si avvicinano le campagne elettorali.

Il centrodestra, come da copione, è invece un conglomerato attraversato da profonde divisioni politiche e programmatiche al proprio interno ma che poi riesce, puntualmente, ad unirsi nei momenti decisivi. Cioè alla vigilia di ogni consultazione elettorale.

Per questo la provocazione di un “terzo polo” può essere una sfida politica avvincente e significativa per smuovere le profonde contraddizioni che caratterizzano i due schieramenti maggioritari. Purché, e qui c’è il vero elemento che può ulteriormente qualificare questo progetto, ci sia la capacità di coinvolgere anche quei settori, quell’area e quei mondi vitali che si potrebbero riassumere con quattro parole: cattolicesimo popolare e cattolicesimo sociale.

Ecco, adesso va messa in campo una iniziativa politica, e forse anche culturale nonché programmatica, che sia in grado di coinvolgere il più possibile un mondo sociale e politico che da troppi anni è senza una reale e compiuta rappresentanza politica ed istituzionale. E questo perché quell’area cosiddetta e sbrigativamente definita di “centro” che per molti anni è stata decisiva in tutti gli snodi più importanti della nostra vita politica, è coincisa per molto tempo con la storia concreta dei cattolici popolari e dei cattolici sociali. E la vicenda avvincente ma tuttora indefinita del “terzo polo” – almeno sino al concreto responso elettorale – non può non tener conto di questo mondo. Non per esigenze di potere o di redistribuzione dei pochi seggi che saranno a disposizione, ma per la semplice ragione che si tratta di un’area politica e ideale che oggi ha l’opportunità per essere realmente ed autorevolmente rappresentata.

Per questi semplici motivi adesso Renzi e altri esponenti di questo nuovo raggruppamento di Centro hanno l’opportunità per svoltare e per rilanciare un progetto che contempla al suo interno grandi potenzialità. E cioè, per ridiventare interlocutori di un’area politica che richiede ad alta voce una nuova rappresentanza politica e una nuova forza politica di riferimento.

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