VERSO IL VOTO

Il compagno D'Orsi ci riprova, questa volta con De Magistris

Lo storico dopo la candidatura a sindaco di Torino cerca uno scranno in parlamento con l'Unione Popolare, il fronte "sandinista" capitanato dal Giggino Masaniello. Con loro anche un drappello di fuoriusciti dal M5s. L'incognita del 3%

“Siamo riusciti a mettere in campo una coalizione con delle liste di belle persone, persone che hanno storie sui territori, che sono coerenti e che sono credibili. Sicuramente partiamo indietro, ma abbiamo tanto fiato, tanto entusiasmo”. È ottimista Luigi De Magistris, ex magistrato, per dieci anni (dal 2011 al 2021) sindaco di Napoli, oggi a Torino per presentare i candidati piemontesi di Unione Popolare, il rassemblement “sandinista” di partiti e movimenti della sinistra radicale (DeMa, Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista). L’ambizione, diciamo il sogno, è quello di replicare in Italia il fronte capeggiato in Francia da Jean-Luc Mélenchon.

Alla Cavallerizza Reale, dove ha ricordato essere stato anni fa ospite della sindaca Chiara Appendino quando l’area rientrava nel progetto “Condivisione Beni Comuni”, De Magistris ha esordito spiegando che “se riusciamo in questa sfida alternativa saremo l’unica sigla indipendente. Il Pd non è un partito di sinistra, guida il fronte bellicista e del Job Act”. Nel capoluogo e cintura Unione Popolare ha raccolto oltre 900 firme, ma soprattutto c’è da superare la soglia di sbarramento del 3% su base nazionale per poter sperare di eleggere qualche parlamentare. Impresa difficile. “Votare per noi – ha detto – è un voto utilissimo perché se si vogliono sconfiggere le destre, come dice un altro pezzo della politica di palazzo, bisogna votare chi non governa con le destre. Se si vota Unione popolare si vota una coalizione che avrà come faro l’attuazione della Costituzione e una cultura di governo e non solo di opposizione per mettere al centro i diritti e non gli interessi della casta”.

Tra i candidati presentati oggi dal leader di Unione Popolare oltre all’ex consigliere comunale M5s Damiano Carretto, fuoriuscito con altri grillini per dare vita al Movimento 4 Ottobre, c’è, capolista, lo storico ex docente all’Università subalpina Angelo D’Orsi, che era stato candidato sindaco di Torino nell’ottobre 2021 ottenendo 8.095 voti, pari al 2,53%. “Ci stiamo mettendo la testa il cuore e l’anima"” spiega lo studioso di Gramsci non nascondendo perplessità sulla scelta della data del 25 settembre per le elezioni. “Credo che abbiamo fatto un errore: quello di non scendere in piazza quando si decise la data. È stato un mezzo colpo di Stato. Non è mai successo nella storia di questo Paese che si votasse così a ridosso dell’estate. il nostro primo obiettivo è farci conoscere e poi far vedere la differenza e che il nostro è voto utile”. Le parole d’ordine sono note: “no alla guerra, no alla sudditanza di Italia alla Nato e all’accettazione che la Ue sia diventata appendice della Nato. C’è poi la questione ambientale che è fondamentale perché – aggiunge D’Orsi – la transizione ecologica non è stata neanche avviata. Piuttosto che aumento delle spese militari servono nuovi fondi per la sanità pubblica e per rendere la scuola, che dai governi negli anni è stata quasi distrutta, un elemento di centralità per la crescita del Paese”.

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