POLITICA & SANITA'

Sanità, solo qualche slogan nei programmi elettorali

Il sindacato dei medici ospedalieri Cimo attacca: "È evidentemente caduto nel vuoto l'appello che un paio di settimane fa abbiamo rivolto ai partiti e alle coalizioni: c'è amarezza, delusione e rabbia". Il nodo della carenza di operatori e le liste d'attesa

Sanità ospedaliera e medici assenti dai programmi dei partiti politici per le prossime elezioni. A esprimere “delusione, amarezza e rabbia” è la Federazione di sindacati dei medici ospedalieri Cimo-Fesmed, che un paio di settimane fa, aveva rivolto alle coalizioni in corsa per le politiche un appello a “inserire nei programmi elettorali proposte concrete e realistiche in grado di superare i problemi del Servizio sanitario nazionale”. Al contrario, i capitoli dedicati alla tutela della salute sono “superficiali, demagogici e talmente inconsistenti da risultare irrealizzabili. Nessun cenno alla necessità di aumentare i posti letto, i Livelli Essenziali di Assistenza (o Lea) non vengono mai citati, nessuna soluzione alla crisi dei Pronto soccorso (se non la promessa di incentivi dal M5s), “qualche impegno ad abbattere le liste d’attesa ma senza soluzioni innovative”. E “sebbene sia comune l’intenzione di potenziare gli organici, lo spazio riservato a medici e ospedali è pari quasi a zero, senza alcun cenno alle condizioni di lavoro massacranti”.

«La sanità pubblica è sempre più in difficoltà. Liste d’attesa infinite, Pronto soccorso presi d’assalto, personale sanitario esausto e sempre meno attratto dal Servizio sanitario nazionale, assistenza territoriale allo stremo, in attesa dell’annunciata “rivoluzione” grazie al Pnrr. E in questo scenario – nonostante due anni e mezzo di emergenza sanitaria, riconoscimenti, applausi e sfilate – sembra che nessun partito politico o coalizione in piena campagna elettorale si interessi al sistema e ai professionisti che devono tutelare la salute della popolazione». Così i medici del sindacato Federazione Cimo-Fesmed avevano chiesto a gran voce che la sanità sia inserita in tutti i programmi elettorali. Non con slogan o promesse irrealizzabili, ma prevedendo proposte concrete e realistiche che consentano di superare i principali problemi che stanno strozzando il Ssn.

In che modo si intende superare la grave carenza di medici e professionisti sanitari? Come si intende incentivare chi lavora in ospedale, frenando una fuga dal Sistema sanitario che sta lentamente ma inesorabilmente svuotando la sanità pubblica di professionalità eccellenti? Quale riforma dell’organizzazione ospedaliera e dell’emergenza-urgenza si immagina per preparare le strutture alle prossime sfide di sanità pubblica, senza compromettere le attività di elezione? Come si intende finanziare un Servizio sanitario nazionale sempre più costoso e meno sostenibile? Quale ruolo si prevede per la sanità integrativa? Quale grado di autonomia si intende riconoscere alle Regioni nella governance sanitaria? In che modo si intende valorizzare l’assistenza territoriale? «Le domande sono numerose, e le risposte di certo non semplici – commenta Guido Quici, presidente del sindacato –. Ma ci auguriamo che trovino spazio nei programmi elettorali di tutti gli attori in campo».

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