DIRITTI & ROVESCI

Aborto, Meloni "sposa" Marrone

Nessun passo indietro sulla legge 194. "Vogliamo dare un'alternativa a chi intende interrompere la gravidanza perché teme di non avere le risorse per crescere un figlio". Lo stesso principio su cui è nato il fondo Vita Nascente, approvato in Piemonte

“Non intendiamo modificare la legge 194”, né tantomeno abolirla. Sull’aborto Giorgia Meloni non intende compiere passi indietro “nonostante la sinistra agiti questi temi come bandiere ideologiche, raccontando agli italiani che con la Meloni al governo verranno colpiti i diritti e le libertà” sono le sue parole. Il centrodestra, piuttosto, la 194 intende “applicarla integralmente, perché era una legge fatta in maniera compiuta, che aveva anche tutta una prima parte dedicata alla prevenzione della pratica abortiva, che non è mai stata applicata per l’approccio ideologico che c’è stato in questi anni”. Meloni parla a Sky Tg24, ospite di Casa Italia, in onda questa sera, e affronta uno dei temi su cui il mondo conservatore già si divide. Basti pensare al pronunciamento con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato il diritto costituzionale all’aborto lo scorso giugno, aprendo la strada alla stretta di molti stati a guida repubblicana.

“Che cosa vuol dire applicare la prevenzione? Significa – ha spiegato Meloni – garantire un’alternativa a quelle madri che dovessero ritrovarsi ad abortire perché ritengono di non avere alternative. Perché se io posso aiutare quelle mamme le aiuterò. Ci sono donne che in Italia abortiscono perché pensano di non avere i soldi per portare a termine la gravidanza, perché pensano di non avere le risorse per crescere quel figlio, perché si trovano da sole e si ritrovano istituzioni che le spingono a fare la cosa più facile”. Ed è a quelle donne che Fratelli d’Italia vuole dare una possibilità.

Proprio per limitare gli aborti per cause economiche è stato istituito quest’anno in Piemonte il fondo Vita Nascente che stanzia 400mila euro per sostenere quelle donne in difficoltà finanziarie che rinunciano a interrompere la gravidanza. Il provvedimento è stato introdotto attraverso un emendamento al Bilancio voluto dall’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, atto che provocò una frattura anche all’interno della stessa maggioranza di centrodestra con la Lega che minacciava di non votarlo (poi è tornata sui suoi passi) e le minoranze che intensificavano l’attività ostruzionistica per bloccarlo. Già allora intervenne Meloni per difendere “un provvedimento che punta ad applicare integralmente la 194, che fissa tra i suoi obiettivi fondamentali la tutela della vita umana fin dal suo inizio”. Definendo “stucchevoli le polemiche della sinistra, che per maternità intende solo la difesa dell’utero in affitto”. L’emendamento diventò legge.  

Del resto anche nell’intervista rilasciata lo scorso agosto a Panorama, Meloni aveva annunciato che avrebbe promosso “Vita nascente” anche nella sua nuova veste di premier o di primo azionista di una futura coalizione di governo. “La sinistra racconta agli italiani che con la Meloni al governo verranno colpiti i diritti e le libertà – disse –. Al contrario, noi daremo voce ai diritti e alla libertà di chi non ha voce, a partire dalle donne e dai bambini. Lavoreremo per attuare la prima parte della legge 194 e sostenere le donne che non vogliono abortire, difenderemo la libertà educativa delle famiglie da chi vuole imporre le teorie gender nelle scuole, ci batteremo per rendere l’utero in affitto reato universale e velocizzare le adozioni. Questioni di buon senso che non faranno male a nessuno”.

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