POLITICA DA FAR WEST

Pugni e insulti al confronto tra Più Europa e Terzo Polo

Doveva essere il solito dibattito elettorale tra vari candidati ma all'ennesima provocazione del radicale Viale la situazione è degenerata, fino ad arrivare alle mani. Ecco com'è andata la serata alla Locanda sul Po organizzata da Alleanza democratica

Doveva essere uno dei tanti incontri che affollano l’agenda dei candidati in questo ultimo tratto di campagna elettorale. E invece il dibattito alla Locanda sul Po, organizzato da Alleanza democratica, si è concluso in baruffa, tra insulti, spintoni e vetri rotti. Il tutto davanti agli sguardi attoniti di una sessantina di persone che, uscite di casa con l’intento di assistere al solito confronto tra gente neanche poi così distante, si sono ritrovati in un parapiglia da Far West. Tra i protagonisti il radicale Silvio Viale, medico e consigliere comunale di Torino, esponente di spicco di Più Europa che Pino De Michele, organizzatore della serata, aveva chiamato assieme a una serie di altri relatori di Pd, Più Europa e Terzo polo. “Volevo far discutere persone che alle scorse elezioni amministrative avevano corso nella stessa coalizione a sostegno di Stefano Lo Russo e che ora per dinamiche nazionali si ritrovano sotto insegne diverse” spiega De Michele che ha passato la sua vita a cercare di far convivere sotto lo stesso tetto il litigioso mondo riformista e liberal torinese. A dimostrazione di quanto impossibile sia la sua missione, questa volta sono finiti addirittura alle mani.

Già durante il dibattito, nel tardo pomeriggio, l’intervento del senatore dem Mauro Laus sul voto utile aveva innescato qualche scintilla. Gli esponenti del Terzo polo l’avevano vissuto come un colpo basso ma il consigliere regionale Mario Giaccone, nel ruolo di moderatore, se l’era cavata senza particolari difficoltà. Mentre buona parte dei relatori, intorno alle 20, aveva lasciato la riunione (Riccardo Magi, Mauro Berruto, lo stesso Laus, Andrea Giorgis), gli altri hanno proseguito il confronto a tavola, tra un bicchiere di rosso e uan forchettata di paccheri. Almeno finché i paccheri non sono saltati fuori dal piatto.

È proprio durante la cena, infatti, che la serata è degenerata. Viale ripercorrendo, nel suo comizio, le divisioni tra centrosinistra e Azione è arrivato a dare dei “traditori” a renziani e calendiani, tra il rumoreggiare del pubblico. Secondo la ricostruzione dei presenti dopo un battibecco con il professor Giuseppe Zollino, referente di Carlo Calenda per le politiche energetiche, Viale ha mandato a quel paese (in verità in maniera più colorata e volgare) un'attivista di Italia Viva, colpevole di averlo interrotto nei suoi ragionamenti. A quel punto si è scatenata la zuffa: il marito della signora l'ha spinto contro una vetrina, andata in frantumi, non riuscendo però a scivare un pugno assestato dall'esponente radicale. Qualche attimo di parapiglia finché non sono stati divisi. Altro che paccheri, qui volavano cazzotti.

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