SANITÀ DEL FUTURO

Città della Salute, 99 milioni in più e una gara da rifare (chissà quando)

Passato il vaglio del nucleo di valutazione ministeriale, il nuovo piano finanziario approda in Conferenza-Stato Regioni. Però i tempi del nuovo bando per il polo sanitario di Novara non si annunciano rapidi. La giunta Cirio vara la delibera-quadro

Sarà la volta buona? Più che la scaramanzia sono i precedenti a suggerire cautela e non spazzar via del tutto i dubbi sulla ripresa dell’accidentato iter per la costruzione della Città della Salute di Novara. E soprattutto sulla sua conclusione. 

Ieri la giunta regionale ha approvato una delibera con cui si dà corso a un nuovo documento programmatico, ma soprattutto viene parzialmente revocata la delibera del 2017 nella quale veniva stabilita la realizzazione del grande polo sanitario novarese e si fissavano i parametri tecnici e finanziari. Un passaggio necessario dopo che esattamente un anno fa la gara per l’affidamento della concessione di costruzione e gestione della Città della Salute, con il sistema del partenariato pubblico-privato, era andata deserta. Come ampiamente previsto, nessuno dei sette grandi gruppi che avevano manifestato interesse alla realizzazione dell’opera, si era presentato al momento di comunicarele offerte. 

“È verosimile che la mutata situazione economica, con l’aumento dei prezzi delle materie prime provocato dalla gravità della situazione pandemica, abbia indotto le ditte a valutare in maniera differente la convenienza a partecipare alla gara”, era stata l’ammissione di un fallimento da parte del direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Gianfranco Zulian, il quale aveva ricevuto la scomoda eredità di una bando confezionato e partito male dal suo predecessore Mario Minola, poi passato in corso Regina Margherita a dirigere la Sanità regionale. Ed era stato proprio Minola, già nel suo nuovo ruolo, a ricevere più di un allarme da parte delle imprese interessate. Ma si tirò dritto, andando a sbattere.

Un anno dopo sul tavolo, per i potenziali concorrenti, ci sono 99 milioni di euro in più. Dai 320 milioni (di cui 95 messi dallo Stato, 5 dalla Regione e 219 dal privato) del bando andato deserto si passa agli attuali 419 così ripartiti: 189 dello Stato, 9 e 789mila della Regione, restando invariato l’investimento di 219 del privato. Nella delibera portata in giunta dall’assessore Luigi Icardi e approvata ieri pomeriggio, tra i vari punti c’è anche la presa d’atto della trasmissione, lo scorso 15 settembre, da parte dei ministeri della Salute e dell’Economia del decreto di revoca dell’accordo di programma del 2018, destinato ad essere sostituito da quello con gli importi aggiornati. Adesso, dopo aver passato il vaglio del nucleo di valutazione del ministero si punta a portare il nuovo piano in Conferenza Stato-Regioni entro questa settimana o al massimo i primi giorni della prossima. Il passaggio successivo sarà l’approdo del documento in Consiglio regionale per l’approvazione, dopo di che dovrebbe essere predisposto il nuovo bando di gara.

C’è voluto un anno per rifare i conti e, soprattutto, per trovare i soldi in più. Basteranno, con una crisi energetica che ormai ha fatto saltare ogni possibile stima e prelude a scenari ancora più foschi? Per scoprirlo bisognerà, almeno, attendere la pubblicazione del nuovo bando. E il fatto che nessuno, a partire dal vertice sanitario regionale, si sbilanci sui tempi giustifica ulteriormente la cautela e i dubbi su se e come andrà a finire questa vicenda, partita subito col piede sbagliato.

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